Super Drags: arriva su Netflix il cartoon in cui i supereroi sono delle drag queen

Il 9 novembre il catalogo Netflix si è tinto ancora una volta di arcolbaleno. E che arcobaleno, ragazzi! Ad arricchire la già ampia galleria di film o serie TV che strizzano l’occhio alla comunità LGBTQI*, si è, infatti, aggiunto il cartone animato per adulti Super Drags.

Il nucleo centrale in cui si svolgono tutte le vicende di questa serie brasiliana in cinque episodi è già suggerito nel titolo: drag supereroine. Tre ragazzi che lavorano in un centro commerciale, Patrick, Donizete e Ralph, si trasformano in tre drag con dei superpoteri (Lemon Chifon, Scarlet Carmesim e Safira Cyan) per difendere la comunità arcobaleno dai nemici che vogliono cancellarla per i loro scopi malvagi.Accanto a loro, ad aiutarle nella missione il Charlie di questi bizzarri angeli, la bionda Vedete Champagne, il suo inseparabile robot Dild-o e tre Mandingo Robot (un orso, un unicorno e un cervo) che potranno essere usati solo dopo un sacrificio.

Essendo un cartone animato riservato ad un pubblico adulto, come la stessa Vedete ci ricorda all’inizio della serie, è ricco di tanti, forse troppi, riferimenti sessuali. Sia chiaro, a me è piaciuto molto e mi ha divertito, però quei continui riferimenti fallici, dopo un po’ mi hanno fatto ridere di meno, ecco. Punto di forza della serie, invece, oltre all’ottima caratterizzazione dei personaggi principali (Lemon il capo, Scarlet l’acida testa calda e Safira, l’ingenua palestrata), è il voler affrontare temi importanti come terapie di riparazione, coming out, body shaming, con un sorriso e con una leggerezza che, però, fanno pensare.

Il doppiaggio italiano, strano, ma vero, è del tutto attinente alla versione originale; non si può dire lo stesso della versione americana dei dialoghi che, forse per mantenere un certo appeal sul grande pubblico, non solo ha utilizzato come doppiatrici alcune delle drag queen più amate del programma RuPaul’s Drag Race (Ginger Minj, Shangela, Willam Belli, Trixie Mattel), ma ha anche modificato i dialoghi con espressioni tipiche della comunità drag americana.

Il mio consiglio, è quello di vedere la serie in lingua originale, con i sottotitoli in italiano, in modo da capire perfettamente anche le sfumature che ci sono in una frase, all’inizio parlano molto veloce, ma poi ci si abitua, promesso. A coronare il tutto, la splendida voce di Pabllo Vittar, la drag queen con più follower al mondo, che ci regala un pezzo fantastico nel finale di stagione, chiamato col nome dell’energia che è in tutti i gay, l’Highlight.

Piccola nota: mi sono chiesto il perché della scelta di quegli animali come robottoni da combattimento, poi è giunta un’epifania. Mentre per l’orso e l’unicorno era facile cogliere il riferimento alla comunità LGBTQI*, per il cervo è stato un po’ più complicato. In portoghese il cervo è chiamato VEADO, pronunciato nella stessa maniera di VIADO, abbreviazione per TRANSVIADO. Questo animale, quindi, rappresenta, ancora una volta con ironia, l’appellativo con cui vengono chiamati gli omosessuali in Brasile. Se sia stato “veado” a dare l’origine a “viado” per via della forte carica sessuale dei cervi che si accoppiano anche con individui dello stesso sesso, o se si sia voluto addolcire il termine offensivo chiamando cervi i giovani gay, è ancora motivo di dibattito tra linguisti.

Vi consiglierei questa serie? Sì, se vi piace quel genere di ironia dissacrante alla Drawn Together, no se vi aspettate qualcosa di elaborato alla Sailor Moon e il Cristallo del Cuore. Però sono solo cinque episodi di una mezz’ora ciascuno, fossi in voi una possibilità a queste tre travestite brasiliane gliela darei.

Roserade  

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