Il crocifisso a scuola: non sarebbe meglio la Costituzione?

La Lega ha presentato un disegno di legge per rendere obbligatoria la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Il Ministro dell’Istruzione ha dichiarato di essere favorevole, ha addirittura chiesto di mettere un crocifisso nel suo ufficio appena insediato. Appare ovvio che dietro tali dichiarazioni c’è una forte ricerca di consenso, come di fondo tutte le azioni del governo gialloverde; ma al di là di dichiarazioni e provvedimenti strappa like, la questione è più complessa.

Lo Stato Italiano, essendo una democrazia moderna, è uno Stato laico: la religione cattolica per ovvie ragioni gode di un trattamento speciale a seguito dei Patti Lateranensi voluti da Benito Mussolini (e già qua ci sarebbe da riflettere). Tali patti godono di tutela costituzionale in quanto il nuovo stato repubblicano post bellico, ha deciso in mantenerli in vita. Il fatto che i cittadini italiani siamo in maggioranza cattolica, non giustifica però la presenza del crocifisso nei luoghi pubblici; soprattutto non giustifica un tale favore alla chiesa cattolica da parte della politica.

La scuola è il luogo dove si formano le future generazioni, è quel luogo dove ogni ragazzo e ragazza formano i propri ideali e la propria personalità. L’ambiente scolastico dovrebbe essere più neutro possibile, le scuole sono frequentate da figli di atei, figli mi mussulmani o figli di genitori appartenenti a qualsiasi credo religioso: perché imporre per egemonia culturale il simbolo della religione più diffusa nel nostro paese? Ho 23 anni e le scuole superiori le ho finite da pochi anni: dovessi guardare alla mia esperienza, per le bestemmie che sentivo volare in classe, quel crocifisso era veramente un ossimoro. La cosa che mi diverte particolarmente è che a volte, i soggetti che vorrebbero tanto quel bel simbolo nelle aule sono gli stessi che si scagliano contro i fedeli di religione mussulmana. Come tutti sappiamo nel mondo arabo non esiste distinzione tra vita dello stato e vita religiosa, tra leggi dello stato e leggi dettate dal Corano; cosa che per le democrazie occidentali ha quasi dell’assurdo. Però allo stesso tempo l’italiano medio che critica i mussulmani vorrebbe il crocifisso perché noi italiani siamo tutti cattolici e quindi ci rappresenta. No, io non mi sento affatto rappresentato.

Io mi sento rappresenta dalla Costituzione Repubblicana, quella scritta dai partigiani. Quella carta fondamentale frutto di quel bellissimo compromesso di forze politiche che insieme, seppur diverse, hanno collaborato. Nella nostra Costituzione troviamo valori del liberismo economico tipico della destra liberale, la centralità del lavoro tipica dei partiti di stampo socialista, le basi dello stato assistenziale; ma anche valori cattolici quali la solidarietà frutto dell’apporto della Democrazia Cristiana. I valori non posso che accettarli, tali valori sono impressi nella nostra cultura e col tempo si sono distaccati da un valore prettamente religioso; il simbolo del crocifisso no, è un simbolo religioso e la religione è qualcosa di ben diverso dallo stato. Forse in ogni scuola ci dovrebbe essere la Carta Costituzionale, quella ci rappresenta tutti indistintamente: lì è scritto il nostro presente, il nostro passato e soprattutto è una solida base per il nostro futuro.

Continuiamo a batterci per uno stato laico e libero, continuano a batterci per uno stato e per delle forze politiche libere da condizionamenti di credo. La nostra storia non è fatta solo di preti e di santi, la storia del nostro Paese non è indissolubilmente legata alla chiesa cattolica; non tutti i cittadini sono cattolici ed è ora che qualcuno se lo metta in testa.

Fabrizio Procopio

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