La proposta letteraria di Marzo: “Il figlio prediletto” di A. Nanetti

Il figlio prediletto, Angela Nanetti. Neri Pozza, Vicenza 2018. 

Agli inizi degli anni ’70 del XX secolo in “Caro Michele” di Natalia Ginzburg un ragazzo scappava da Torino a Londra per sfuggire al clima politico dell’Italia degli anni di piombo.

Nel romanzo di Angela Nanetti, sempre negli stessi anni, Nunzio scappa dalla Calabria e va Londra, allontanato dalla famiglia che ha barbaramente ucciso Antonio, il suo amante. Piange Nunzio e fatica a trovare degli stimoli che lo spingano ad andare avanti, che lo aiutino a porsi degli obiettivi nella vita e che soprattutto lo portino a rielaborare il lutto per una perdita che, a distanza d’anni, costituisce ancora uno shock ed una ferita aperta.

Ma Londra diventerà il luogo della sua presa di coscienza non solo riguardo la propria sessualità, ma anche in relazione alla sua formazione politica e culturale, marcando così una forte distanza con una famiglia che non rivedrà mai più se non al suo funerale farsa.

A distanza di anni anche la nipote Annina scappa, anche lei come lo zio non è omologata ai “valori“ di una famiglia arcaica che è collusa con la ‘ndrangheta.

Dieci anni fa usciva un altro romanzo in cui omosessualità e criminalità erano a stretto contatto, “Acqua storta” di L. R. Carrino, lì c’era la camorra ed era lo stesso protagonista a chiudere il cerchio di una storia non ammissibile in un modo in cui vige l’onore. Anche in questo caso è sempre l’onore che soffoca i veri sentimenti e che costringe a subire o compiere delle scelte, fornendo tristemente la consapevolezza di aver goduto, seppure per poco, della felicità prima dell’ineluttabile tragedia.

Oates

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