“Tutta un’altra storia” di Giovanni Dall’Orto | La proposta letteraria di Luglio

Tutta un’altra storia. L’omosessualità dall’antichità al secondo dopoguerra, Giovanni Dall’Orto. Il Saggiatore 2015

A conclusione del Pride Month una lettura che può rivelarsi interessate, istruttiva e piacevole, è il libro di Dall’Orto, una “storia dell’omosessualità”, anche se sarebbe stato meglio puntualizzare “omosessualità maschile”, intesa come presenza costante di omosessuali nelle vicende storiche e nei costumi, tradizioni, comportamenti, che si sono succeduti dalla mitologica creazione del mondo descritta dalla Bibbia sino appunto alla notte tra il 28 ed il 29 giugno del 1969, quando prese corpo il movimento di rivendicazione dei diritti civili della comunità LGBTQ+.

L’autore segue un rigoroso ordine cronologico, suddividendo il testo in capitoli che, già dal titolo, appaiono abbastanza esemplificati. Un’ampia sezione è dedicata al mondo antico, come i capitoli su Sodoma e Gomorra e la bisessualità grecoromana. La parte centrale del saggio è dedicata all’età medievale, il periodo più drammatico per chi cercava di vivere la propria sessualità in modo libero e non condizionato dalle credenze religiose. Di particolare interesse sono i documenti storici relativi a processi contro “sodomiti”, come ad esempio quello contro Arnold Verrnolha nel 1323 ed il maxiprocesso contro 35 persone a Venezia del 1406/1407. Nonostante dunque questa forte repressione brillano, in età rinascimentale, le opere del filosofo neoplatonico Marsilio Ficino e soprattutto i componimenti poetici di Pacifico Masimi. Grazie alla protezione di importanti prelati il poeta ascolano, tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500, poteva scrivere tali pensieri: «mille e grossi uccelli hanno rimestato i miei intestini e il mio culo era pigiato giorno e notte», oppure rivendicare la propria sessualità dichiarando apertamente «Natura mi creò sodomita passivo».

Ma l’impunità era un’eccezione riservata solo a pochi intellettuali e uomini di potere che però, proprio grazie alla mancanza di sobrietà, riuscirono a rendere pubblico ciò che si preferiva nascondere non solo per pudore o senso di vergogna, ma per evitare rischi sulla propria pelle.

In età moderna si osserva come l’omosessualità da peccato si trasformi in crimine e come tale dovesse essere punito e perseguitato. Sorprende scoprire che proprio in un Paese oggi simbolo del rispetto dei diritti civili, l’Olanda, nel 1730 venne eseguita la più grande persecuzione contro gli omosessuali con un editto che portò a numerose condanne ed esecuzioni.

Fortunatamente con l’avvento dell’Illuminismo si registra un notevole cambiamento socio-culturale, un inarrestabile processo di decriminalizzazione che condurrà in Germania, alla nascita di un vero e proprio movimento di liberazione omosessuale alla fine dell’800, il WhK (Wissenschaftlich-humanitares Komitee) ai cui incontri prese parte anche, nel 1921, Aldo Mieli, scienziato ed omosessuale. Nei brevi capitoli finali i dati presentati dimostrano la forte omofobia di tutti i totalitarismi: fascismo, nazismo e stalinismo. Anche all’indomani della Seconda Guerra Mondiale la morale bigotta, sessuofobica e fortemente omofoba condizionò scelte politiche, sociale e culturali dei paese occidentali sino al fatidico giugno del 1969, quando il composito mondo della comunità LGBTQ+ inizio, con orgoglio, a rivendicare i propri diritti e la lotta continua anche oggi, 50 anni dopo.

 

Foto copertina: Giovan Battista Brambilla – Stato Quotidiano

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