A parità di curricula, i candidati gay hanno il 30% di chance in meno

«Con lo stesso curriculum vitae, i candidati italiani omosessuali hanno circa il 30% di probabilità in meno di essere chiamati per un colloquio di lavoro rispetto ai candidati italiani eterosessuali». Questo è quel che risulta dall’indagine Society at a Glance del 2019 dell’OCSE (Organizzazione per la Collaborazione e lo Sviluppo Economico), in cui si valuta la situazione di benessere tra i cittadini dei 35 Paesi associati.

Un dato allarmante, soprattutto se associato al grado di accettazione dell’omosessualità, campo in cui l’Italia si piazza all’ultimo posto della classifica con un misero 3 su 10, ben al di sotto della media OCSE di 5 su 10 e decisamente lontana dalla virtuosa Islanda, in cima alla classifica con 8 punti su 10.

Ancor più grave la situazione per quel che riguarda gli individui transessuali e transgender che solo per il 37% degli intervistati meriterebbe di ricoprire un ruolo di rilevanza nella società e nel lavoro.  Uno stigma che potrebbe risolversi benissimo, secondo l’indagine, istituendo il reato di discriminazione degli individui LGBT e garantendo a essi una piena parità di diritti.

Anche azioni di propaganda volte a educare alla diversità e a contrastare i pregiudizi sarebbero importanti, tanto che i risultati sarebbero già visibili, secondo la statistica, già dopo un breve intervento, ne è la prova la diminuzione del tasso di suicidi tra giovani LGBT statunitensi dopo l’istituzione del matrimonio egualitario negli USA.

Nonostante, quindi, in Italia un datore di lavoro che dichiaratamente rifiuti di assumere candidati omosessuali violi la legge e possa quindi essere sanzionato, la strada da fare affinché appartenere o meno alla comunità LGBT non possa né debba essere una discriminante nella ricerca di un nuovo posto di lavoro è ancora tanta.

«Abbiamo la responsabilità di continuare un grande lavoro di liberazione delle persone LGBTI in Italia che passi dall’approvazione di una legge con chiari riferimenti alla giurisprudenza europea che contrasti a tutto campo le discriminazioni e l’odio che si affrontano nella vita di tutti giorni – afferma in una nota il portavoce di Possibile LBGTI+ Gianmarco Campogna – È una battaglia che porteremo avanti con orgoglio e dedizione giorno dopo giorno perchè riguarda la dignità, la libertà ed il benessere di tutte e tutti».

 

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