Una donna su 6 e un uomo su 19 sono attratti da persone dello stesso sesso: lo studio neozelandese

Da uno studio svolto per conto del Ministero della Salute in Nuova Zelanda è emerso che 1 donna su 6 è attratta fisicamente da persone del proprio sesso, mentre 1 uomo su 19 ha dichiarato di sentirsi, o essersi sentito, attratto da altri individui di sesso maschile. Nonostante ciò, soltanto 1 donna su 27 e 1 uomo su 43 si definiscono gay, lesbica o bisessuale.

Lo studio, che rappresenta il primo importante sondaggio sulla salute sessuale svolto su territorio neozelandese, è stato condotto nel 2014 ma i risultati sono stati resi pubblici solo lo scorso venerdì. Un totale di 10.168 individui, di età compresa tra i 16 e 74 anni, sono stati interrogati in merito alle loro esperienze e ai loro orientamenti. Gli intervistati hanno dovuto rispondere a domande su attrazione sessuale, comportamento sessuale e identità sessuale.



Dalla ricerca è emerso che, nonostante quasi il 18% delle donne intervistate abbia dichiarato di aver provato attrazione per altre donne (contro il 5.4% degli uomini), solo 1 donna su 15 ha concretizzato tale desiderio sessuale. Donne di ogni estrazione sociale e di ogni età hanno sostenuto di aver pensato di avere rapporti omosessuali, ma tra le donne Maori è stata riscontrata una maggiore incidenza di rapporti omoerotici rispetto alle donne non-Maori. Per quanto riguarda gli uomini, invece, si è notato che quelli che provengono da quartieri svantaggiati hanno una maggiore probabilità di definirsi bisessuali.

Obiettivo di questo studio è stato quello di monitorare la comunità LGBT neozelandese allo scopo di favorirne la visibilità e il riconoscimento in relazione a questioni di sanità pubblica e di forniture sociali: «Utilizzando questa ricchezza di dati, possiamo stimare la dimensione della comunità gay e bisessuale per campagne di salute pubblica come la prevenzione dell’HIV. Siamo in grado di monitorare le disuguaglianze sanitarie riscontrate da individui gay e bisessuali», ha dichiarato Peter Saxton, direttore del Gay Men’s Sexual Healt Research Group dell’università di Auckland.

I dati emersi da questo studio ci permettono anche di prendere in considerazione come la percezione della sessualità, e in alcuni casi, anche la libertà di esprimersi su quelli che sono, anche solo semplicemente, pensieri legati alla sfera del sesso, subisca un forte condizionamento culturale.

 

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