Daniele Gattano racconta l’amore di Giacomo Leopardi per Antonio Ranieri

Al termine di un’intervista a L’Italia Con Voi, programma in onda su Rai Italia, Daniele Gattano ha raccontato con ironia l’amore di Giacomo Leopardi per Antonio Ranieri.

Il poeta conobbe il ventunenne napoletano all’età di 29 anni: i due cominciarono a frequentarsi in modo assiduo e nell’inverno a cavallo tra il 1831 e il 1832 convissero 5 mesi a Roma. Il motivo ufficiale per cui Ranieri si trovava in città era per la salute di Leopardi. Quel periodo fu però fatale per Leopardi, che s’innamorò dell'”amico” e cominciò a scrivergli con una certa frequenza delle lettere d’amore che provocarono al suo corrispondente non pochi imbarazzi.

«Io provo una grande ammirazione per Leopardi: non mi riferisco a Leopardi poeta, ma a Leopardi amante – ha esordito il comico – Leopardi conobbe a Firenze il giovane Antonio Ranieri, un napoletano bellissimo, del quale s’innamorò. Ora, noi non possiamo sapere che tipo di amore fosse, anche perché nell’Ottocento non abbiamo le paparazzate e gli scatti rubati, però abbiamo una cosa più importante: delle lettere scritte da Leopardi a Ranieri. Nonostante che ranieri fosse pieno di donne, addirittura all’epoca lo descrivevano come donnaiolo accanito e sconsiderato, Leopardi alla faccia della friendzone, del “mi vuole o non mi vuole”, dell'”oddio c’ho la gobba”, se ne ne frega e lo mitraglia di lettere d’amore».

A questo punto Gattano ha letto alcune delle frasi d’amore scritte dal poeta, commentando: «Io lo difendo, invidio il suo coraggio di amare in piena, soprattutto nell’Ottocento, quando il rapporto intimo tra due uomini partoriva la malalingua, lo sfottò il chiacchiericcio. È così che Ranieri, che aveva la reputazione dello sciupafemmine, inizia a essere preso in giro perché omosessuale». Ed ecco che il monologo si conclude con una lettera di Leopardi su questo fatto: «Ranieri mio, se gli uomini ti deridono per mia cagione, mi consola almeno che certamente deridono per tua cagione anche me […] Il mondo ride sempre di quelle cose che, se non ridesse, sarebbe costretto ad ammirare; e biasima sempre, come la volpe, quelle che invidia. Non ti stancare di amarmi».

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