Dopo un’iniziale minimizzazione del rischio Covid-19 negli Stati Uniti, il presidente Donald Trump ha affermato, nelle scorse ore, che le prossime settimane saranno molto dure per il Paese.
Mentre i contagi sono fuori controllo molta preoccupazione viene espressa dal movimento LGBT+ statunitense: oltre 100 associazioni hanno pubblicato una lettera aperta in qui segnalano i rischi maggiori che potrebbero avere gli individui LGBT+, collegati maggiormente alle discriminazioni che continuano a subire in tutti gli ambiti, compreso quello sanitario, portando gli individui a non richiedere assistenza per paura delle possibili discriminazioni.
Tale timore si sta rivelando fondato; difatti, in tutto il mondo si sta sperimentando l’utilizzo del plasma di guariti Covid-19 per curare i contagiati – una tecnica già utilizzata in passato anche per l’influenza spagnola e definita “terapia del plasma di convalescenza”- anche se non si è certi della sua efficacia sul Coronavirus.
La FDA americana – che da sempre proibisce la donazione di sangue da uomini omosessuali, giungendo ad una modifica di tale divieto solo nel 2015 – consente attualmente la donazione di sangue a uomini che non abbiano avuto rapporti con altri uomini negli ultimi 12 mesi. Tale divieto è stato esteso anche alla donazione di plasma, impedendo di fatto agli individui gay e bi+ di poter aiutare nella lotta al Covid-19.
Questa discriminazione è stata condannata tanto dalle organizzazioni LGBT+ statunitensi quanto da un gruppo di 17 deputati democratici, considerando tale divieto oltre che obsoleto anche controproducente per gli stessi USA poiché l’epidemia di Covid-19 ha diminuito le donazioni di sangue in tutto Paese.
GLAAD, importante organizzazione di difesa dei diritti LGBT+, ha lanciato una petizione online in cui chiede l’eliminazione di tale divieto, raccogliendo finora 20.000 firme. In una lettera aperta, la politica e attivista Alexandria Ocasio-Cortez ha chiesto la soppressione di tale divieto, dichiarando: «Questa politica antiquata non si basa sulla scienza attuale, stigmatizza la comunità LGBTQ+ e mina gli sforzi cruciali per aumentare le donazioni di sangue della nazione mentre gli Stati Uniti affrontano la crisi del Coronavirus».
È sconvolgente che nemmeno una pandemia sia in grado di impedire le più becere discriminazioni in campo LGBT+, che portano alcuni individui a preferire il Covid-19 anziché donazione di plasma da uomini omosessuali e bisessuali.

34 anni, ally emancipata, frociarola per gli amici. Romanticamente sposata, ha una cagnolina di nome Tea e si veste sempre di nero. Ama leggere e viaggiare, come tutti.
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