Immagine: Corte Suprema degli Stati Uniti/Facebook

USA, decisione storica della Corte Suprema: vietato licenziare dipendenti perché gay o trans

Oggi la Corte Suprema degli USA ha sentenziato che il Titolo VII del Civil Rights Act del 1964, che vieta la discriminazione basata sul sesso, è da considerarsi esteso anche alla discriminazione in base all’orientamento sessuale e all’identità di genere. In altre parole, non è possibile discriminare i propri dipendenti sulla base della loro appartenenza a una minoranza sessuale per motivi religiosi o di altra natura.

La sentenza è giunta poiché tre casi giudiziari di discriminazione sono finiti alla Corte suprema dopo che le corti d’appello federali hanno emesso sentenze contrastanti. Tali casi riguardavano Gerald Bostock, un assistente sociale che fu licenziato dopo iscritto a una lega di softball gay, Donald Zarda, un istruttore di paracadutismo che è stato licenziato dopo aver detto a un cliente di essere gay, e Aimee Stephens, una direttrice di un’agenzia funebre che ha perso il lavoro dopo aver fatto coming out come transgender e aver detto che avrebbe iniziato a presentarsi al lavoro con un’espressione di genere femminile. Nei primi due casi, i datori di lavoro hanno negato che il licenziamento fosse legato all’orientamento sessuale, mentre nel terzo caso erano state tirate in ballo le credenze religiose.

Neanche a dirlo, l’amministrazione Trump, a differenza della precedente guidata da Obama, si era esposta contro l’inclusione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere all’interno del Titolo VII del Civil Rights Act, sostendendo dunque che il credo religioso del titolare prevalga sui diritti del lavoratore omosessuale, bisessuale o transgender. Non sono stati di questa idea Neil Gorsuch, primo nominato della Corte Suprema di Donald Trump, e un altro giudice conservatore, John Roberts, che unendosi ai quattro giudici liberali hanno scritto un’importante pagina per i diritti delle persone LGBT+.

«Non dovresti mai temere di perdere il lavoro semplicemente a causa di chi sei o di chi ami – ha commentato su Twitter il governatore della California Gavin Newsom – Vederlo oggi è una cosa straordinaria. La lotta per la vera uguaglianza continua».