Nonostante il Coronavirus abbia impedito lo svolgersi di un Pride fisico in molte città, diverse pagine e associazioni LGBT+ hanno continuato ad essere portavoce della comunità arcobaleno attraverso iniziative telematiche: una carrellata di storie, foto, video, libri e film atti a celebrare l’orgoglio queer, avendo come punto di riferimento i moti di Stonewall , dove tutto è iniziato.
Milano Pride, oltre al Digital Show presentato da Daphne Bohémien, ha riproposto in occasione del Pride Month anche il progetto “LGBT+ Icons: Storie d’Amore e di Resistenza” coordinato da Mana Project Studio: ogni giorno, su Instagram , più di 30 artisti raccontano con la loro creatività le icone che hanno formato la storia e l’immaginario LGBT+ come movimento culturale e politico.
Tra le icone poste in rassegna fino ad oggi ne troviamo anche alcune che nell’educazione scolastica non vengono associate alla cultura queer, come Michaelangelo Buonarroti e i suoi sonetti dedicati al giovane amato Tommaso de’ Cavalieri, ma anche i celeberrimi Frida Khalo e Alan Turing e le dive dello spettacolo come Cher e Raffaella Carrà. Figura anche Stormé De Larverie , colei che si crede abbia fatto partire le rivolte contro la polizia la notte fra il 27 e il 28 giugno del ’69 nello Stonewall Inn di New York.
View this post on Instagram
Frida Kahlo ?by Elisa 2B / @elisa2b_art curated by @mana_project_design Frida Khalo era la donna delle moltitudini – un’icona di creatività, con quasi nessuna educazione formale è diventata uno dei più famosi esempi di espressione personale artistica. Bisessuale, libera, fortemente complessa e affascinante,riluttante verso ogni convenzione sociale, la sua vita fu segnata da grandi gioie e altrettanto grandi dolori. Nata nel 1907 a Coyoacán in Messico, le piaceva dire di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell'anno. Nel 1925 viene coinvolta in un grave incidente stradale che le cambiò drasticamente la vita: l’arte divenne la sua finestra sul mondo e il suo modo di esprimersi – "Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio" Incontrò, e poi sposò, Diego Rivera, illustre pittore dell'epoca – una storia d’amore passionale e travagliata, ma profondissima. Oltre all’arte di dedicò alla politica e alla cura dell’identità messicana, tramite proprio la sua arte così pregna di simboli e soggetti tratti da civiltà native. #MilanoPride #FamiglieREsistenti
A post shared by Milano Pride (@milanopride) on Jun 3, 2020 at 1:30am PDT
View this post on Instagram
Alan Turing ?by Laura Guglielmo / @blu_laura_blu curated by @mana_project_design Matematico e crittografia inglese, Alan Turing è famoso per essere responsabile del team che decrittò il codice Enigma dei Nazisti e contribuire così significativamente alla vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale. Nato a Londra nel 1912, si dimostrò estremamente intelligente fin da bambino. A scuola formò un forte legame con un altro studente, Christopher Morcom – spesso descritto come il suo “primo amore”. Christopher purtroppo morì tragicamente di tubercolosi, segnando profondamente Alan. Dopo aver studiato matematica all’Università di Cambridge e di Princeton, Alan Turing ideò il concetto di una “macchina universale per la computazione”: il computer. Nel 1939 si unì al GCHQ a Bletchley Park per prestare i suoi servizi durante la guerra e per dedicarsi alla decrittazione di messaggi cifrati: è qui che sviluppò la Bombe – un computer che dopo sforzi e tentativi decrittò con successo il codice Enigma. Dopo la guerra, nel 1952, Alan denunciò un furto alla polizia ed emerse che il colpevole era un suo ex amante – e così proprio Alan venne accusato di un crimine: l’omosessualità. Evitò la prigione accettando la castrazione chimica, e gli venne impedito di lavorare nuovamente con il Governo. Il suo genio non venne affievolito dalle sofferenze del corpo e della psiche, produsse alcuni dei suoi lavori migliori durante quest’ultimo periodo della sua vita. Venne trovato morto in casa sua il 7 giugno 1954, avvelenato – nessuno sa se fu un suicidio o un incidente dovuto a un esperimento. Nel 2013 ha ricevuto il Perdono Reale, un riconoscimento per la sua figura e il suo lavoro. #MilanoPride #FamiglieREsistenti
A post shared by Milano Pride (@milanopride) on Jun 4, 2020 at 1:30am PDT
View this post on Instagram
Cher ?by Freddie Tanto / @freddie_tanto curated by @mana_project_design Nasce da una famiglia di umili origini col nome di Cherilyn Sarkisian LaPierre per diventare, in oltre cinquant'anni di carriera, immortale come una Dea. Si afferma nella cultura pop brillando nel firmamento degli artisti più famosi e di successo della storia contemporanea con più di 100 milioni di dischi venduti in tutto il mondo." Quando parla della transizione di suo figlio Chaz, dichara:” Non l’ho affrontato così facilmente. Ma la cosa positiva è che ne abbiamo parlato molto.” ,continua dicendo “Pensavo, ‘mio Dio, se mi risvegliassi domani nel corpo di un uomo, mi strapperei gli occhi’. Se è questo quello che senti, allora deve essere così doloroso che non fa alcuna differenza quello che pensano gli altri”. “Chaz è così felice ora, andiamo d’accordo più di prima“. #MilanoPride #FamiglieREsistenti
A post shared by Milano Pride (@milanopride) on Jun 12, 2020 at 1:30am PDT
View this post on Instagram
David Bowie ?by Laurence Wendigo / @wendibones curated by @mana_project_design David Robert Jones, in arte David Bowie, si è dichiarato gay in un'intervista al Melody Maker nel 1972, poi bisessuale nel 1978. Gli bastano cinque anni per smentire tutto, sia su Time che su Rolling Stone, e archiviarlo come il suo 'più grande errore mai commesso'. Ma queste sue negazioni non sono bastate per cancellare dalla memoria l'icona gay e bisessuale, trans e genderfluid che era stato e che sarà per sempre. Bowie e i suoi personaggi, tra cui il memorabile alieno Ziggy Stardust, hanno portato sul palcoscenico il mondo LGBT+, dandogli visibilità, una nuova speranza e un nuovo motivo di orgoglio. #MilanoPride #FamiglieREsistenti
A post shared by Milano Pride (@milanopride) on Jun 15, 2020 at 1:30am PDT
View this post on Instagram
Marsha P. Johnson ?by Enrica Leone / @enricaleons curated by @mana_project_design Marsha P. Johnson: donna nera transgender, attivista pionieristica, artista. Famosa per il suo spirito indomito e la sua generosità, era una delle figure più conosciute e amate nel Greenwich Village, NYC. Nata nel 1945 in New Jersey, si trasferì a New York dove iniziò a lavorare come cameriera e prostituta e a calcare il palcoscenico come drag queen. Nel 1969 fu presente, coinvolta e dirompente durante i moti di Stonewall: venne vista più volte farsi valere contro la polizia violenta e corrotta. Conosciuta per aiutare le persone di strada e transgender a cui donava anche i pochi spiccioli che le erano rimasti, insieme all'amica Sylvia Riviera fondò la STAR, un'associazione di supporto per le persone trans* che vivevano per strada a NYC. Colorata, gioiosa e sempre pronta a far sentire la propria voce, Marsha continuò negli anni adlavorare nella lotta contro l'omofobia, la transfobia e poi l'AIDS fino a quando morì in circostanze sospette nel 1992. #MilanoPride #FamiglieREsistenti
A post shared by Milano Pride (@milanopride) on Jun 11, 2020 at 1:30am PDT
View this post on Instagram
Raffaella Carrà ?by Francesco Zito / @francescozito.illu curated by @mana_project_design Raffaella Carrà nasce il 18 giugno 1943 a Bologna. Ballerina, coreografa, cantante, attrice, conduttrice televisiva e radiofonica, in pochi anni sfonda nel mondo dello spettacolo, e diventa presto famosissima. Presente ininterrottamente nei palinsesti televisivi dagli anni sessanta a oggi, durante la sua lunga carriera è diventata una delle grandi icone musicali e televisive, riscontrando grandi consensi anche all'estero, soprattutto in Spagna. Già nel 1979, si mostrava molto aperta nei confronti delle persone gay. In un’intervista a Tv, Sorrisi e Canzoni aveva affermato: “Vorrei che la gente smettesse di guardarli male. Hanno diritto al rispetto e anche a un po’ di compassione, visti i problemi umani e sociali che devono affrontare”. Nel 2017, viene incoronata al World Pride di Madrid dove riceve il premio di icona gay mondiale. Ma perché è così amata dalla comunità omosessuale? Lei stessa ha affermato di non saperlo, ma crede sia ammirata per la sua energia, il suo coraggio e la sua libertà. “Morirò senza saperlo. Sulla mia tomba lascerò scritto: Perché sono piaciuta tanto ai gay?” #MilanoPride #FamiglieREsistenti
A post shared by Milano Pride (@milanopride) on Jun 10, 2020 at 1:30am PDT
Tags: alan turing , Cher , david bowie , Frida Khalo , Harvey Milk , icone lgbt , Mana Project Studio , marsha p. johnson , Michelangelo Buonarroti , milano pride , moti di stonewall , pride , pride month , raffaella carrà , Stormé De Larverie , Tommaso de' Cavalieri