Il primo trapianto di pene a un uomo trans potrebbe presto essere realtà

I medici dell’ospedale di Boston stanno valutando se acconsentire a un trapianto di pene in un uomo trans: sarebbe il primo caso al mondo. Finora i chirurghi negli Stati Uniti e in Sud Africa hanno eseguito solo pochi trapianti di pene di successo, tutti in uomini adulti cisgender che hanno perso i genitali a causa di cancro o traumi.

«Riuscire a trapiantare ai pazienti trans un vero pene sarebbe un grosso salto di qualità. Certamente sposterebbe i confini un po’ più in là –  ha affermato a MedPage Today Curtis Cetrulo, chirurgo plastico e ricostruttivo presso il Massachusetts General Hospital – Siamo pronti a farlo e potremmo farlo abbastanza presto se fosse approvato. Sarebbe di grande aiuto per molti pazienti».

Trapianto di pene per i pazienti trans: ostacoli e incertezze

Al momento gli uomini trans che decidono di ricorrere alla chirurgia possono scegliere tra due opzioni: la falloplastica, in cui il fallo è costruito a partire da dei lembi di pelle, e la metoidiplastica, in cui si forma a partire dal tessuto clitorideo.

Le falloplastiche hanno tassi di complicanze dall’80% al 90% e questa non sarebbe l’unica limitazione. L’attivista trans Jamison Green ha dichiarato, infatti, alla rivista che «non hanno lo stesso fascino estetico [dei peni naturali] e non si ingrandiscono e si induriscono da sole. Sono sempre della stessa misura». Di contro le metoidiplastiche, sostiene Green, «portano a peni piccoli. Hai un’erezione e può essere duratura, ma alcune persone sono in grado di penetrare e altre no».

Un trapianto di pene, quindi, offrirebbe una vasta gamma di vantaggi sia a livello estetico che di performance. Gli intoppi in questo particolare tipo di chirurgia sono, però, molteplici. Innanzitutto i donatori: i genitali, come i volti e le mani, non possono essere raccolti senza il permesso dei parenti più prossimi di un donatore. La possibilità di pregiudizi contro le persone transgender potrebbe rendere difficile convincere le famiglie a donare i peni dei propri cari. Un altro importante problema è l’immunosoppressione a vita che aumenterebbe esponenzialmente il rischio di patologie in chi ha subito il trapianto.

Infine le istituzioni, che potrebbero non volersi sobbarcare gli oneri di simili trapianti per i pazienti trans che sarebbero più costosi e complicati. Un trapianto di pene a un paziente transgender costerebbe, infatti, dai 300mila ai 400mila dollari, poco di più rispetto a un analogo trapianto a una persona cis.

«Se il rapporto rischio / beneficio è accettabile per il trapianto negli uomini cisgender e se i rischi per gli uomini trans non fossero più alti – ha dichiarato Laura Kimberly, bioeticista della NYU Langone Health – sarebbe difficile negare l’accesso a trapianto di pene questi ultimi esclusivamente sulla base della loro identità di genere». Se l’operazione prevista dai medici di Boston avrà successo, sarà un enorme passo avanti per gli uomini trans e la chirurgia di riaffermazione del genere.