L’Ungheria vieta sulla Costituzione le adozioni gay e il cambio anagrafico di genere

Con 123 voti favorevoli, 45 contrari e 5 astensioni l’Ungheria ha approvato l’emendamento di modifica alla Costituzione che – violando i principi fondamentali di non discriminazione e uguaglianza posti alla base dell’Unione Europea – all’alba del 2021, sancisce come inviolabile la famiglia composta unicamente da uomo e donna.

Solo le coppie eterosessuali sposate potranno, inoltre, adottare dei bambini. Prima del nuovo emendamento in Ungheria, le persone omosessuali potevano adottare i bambini, utilizzando le possibilità previste per le persone single. Queste ultime, invece, potranno adottare solo con il rilascio di un’autorizzazione da parte del ministero della famiglia. Autorizzazione che ora le persone omosessuali non potranno avere in quanto violerebbero la stessa Costituzione.

Poche ore prima la Ministra della famiglia, l’ultraconservatrice Kátálin Novak, aveva tenuto una discorso trasmesso in TV e online, secondo cui le donne devono smetterla di preoccuparsi di guadagnare quanto gli uomini e devono invece preoccuparsi in modo prioritario di mettere al mondo figli, di essere buone madri e centro e motore della famiglia tradizionale.

Amnesty International ha dichiarato che è «un giorno buio per la comunità LGBT+ ungherese e un giorno buio per i diritti umani». In risposta alle critiche ricevute dal movimento LGBT+ nazionale e internazionale, l’ufficio del primo ministro Orbán ha dichiarato che il disegno di legge che vieta l’adozione da parte di persone dello stesso sesso mira «a rafforzare la protezione delle famiglie ungheresi e la sicurezza dei nostri bambini».

Nello stesso emendamento si introduce nella costruzione il concetto di “genere”, cioè definisce il sesso di appartenenza soltanto come quello di nascita. In questo modo l’Ungheria prosegue nella politica discriminatoria, iniziata nella scorsa primavera con la negazione della riassegnazione di genere per le persone transgender e intersessuali, violentate nella loro identità con un “misgendering di Stato”.

Non è bastato lo scandalo che ha colpito l’eurodeputato conservatore Josef Szajer, fermato dalla polizia in un festino sessuale per soli uomini, a mettere un freno alla follia omotransfobica della maggioranza parlamentare ungherese.Quello che adesso l’intera comunità internazionale si aspetta è una presa di posizione forte da parte dell’Unione Europea. Come ha annunciato Ursula von der Leyen alcune settimane fa, la Commissione UE ha già previsto una strategia per il contrasto alle politiche nazionali discriminatorie rispetto le minoranze sessuali, come ad esempio le famigerate zone LGBT-free in Polonia.