Quando mancano pochi giorni al ritorno in Aula al Senato del ddl contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, il primo firmatario della legge che ha spaccato il Parlamento fa una scottante rivelazione. Alessandro Zan sostiene, infatti, di aver assistito a una scena piuttosto singolare: durante una vacanza a Mykonos, un deputato della Lega si stava scambiando delle effusioni con un altro uomo.
«Oggi tra Camera e Senato, ci sono 945 parlamentari. Quelli apertamente gay e lesbiche sono quattro: Ivan Scalfarotto, Tommaso Cerno, Barbara Masini e io – sottolinea Zan in un’intervista a Repubblica – È statisticamente impossibile che siamo solo noi quattro e io so per certo che ci sono parlamentari gay in Forza Italia e in Fratelli d’Italia. In vacanza a Mykonos ho incontrato un deputato della Lega, del quale mi ricordo cartelli particolarmente aggressivi contro la legge Zan. Stava baciando un uomo». Il parlamentare del PD sceglie, tuttavia, di non fare outing.
Le considerazioni di Alessandro Zan sul numero di deputati e senatori dichiaratamente LGBT+ non sono infondate. Secondo una recente indagine, infatti, unə italianə su 20 si dichiara tale, mentre in Parlamento il rapporto è di circa unə su 240. E sempre a proposito dei rappresentati LGBT+ in Parlamento, qualche mese fa la senatrice Paola Binetti, contraria al ddl Zan, sosteneva che fosse impossibile che il 7% della popolazione – dato emerso in un altro studio – appartenesse a una minoranza sessuale, prendendo proprio come metro di misura i Parlamentari. Che abbia ragione Zan o Binetti, il quadro della rappresentanza LGBT+ nelle istituzioni resta desolante.
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