Capita, a volte, di poter vagamente anticipare a priori il risultato di un’elezione politica. Decisamente meno volte capita di esserne (quasi) sicuri del risultato, perché si ha una sola lista presente! Nel più piccolo comune italiano per popolazione, Morterone, in provincia di Lecco, l’unica lista valida per le elezioni Comunali è quella del Partito Gay. Occorre che almeno la metà degli aventi diritto al voto tra i 29 votanti si rechino alle urne e che metà di loro voti l’unica lista (senza annullare il voto).
Le intenzioni del candidato sindaco, Andrea Grassi, sono quelli di non far chiudere e sparire il comune. «Ho scelto di candidarmi a Morterone – spiega – perché non volevo far chiudere il Comune, commissariarlo e portarlo all’estinzione. In queste settimane parlerò con i residenti e ascoltare le loro volontà. Morterone non può essere commissariata».
«Morterone – ha poi aggiunto – può diventare un polo turistico internazionale ed essere ripopolato. Voglio lavorare per renderlo un paese popolato tutto l’anno, dove la gente può venire qui per trovare lavoro, ma anche un luogo inclusivo ed aperto. Inoltre, mi impegnerò per renderlo un paese smart, dove molti potranno anche trasferirsi qui per godersi la natura e lavorare in smart-working con le connessioni ad alta velocità».
Grassi punta dunque a un’opera di riqualificazione. Parlando con La Stampa, il rappresentante del Partito Gay sostiene che questo possa essere «un progetto nazionale di lungo respiro». Inoltre, in questa tornata elettorale, il movimento ha specificato che sarà presente in diversi piccoli comuni, ma non solo. Protagoniste del “progetto” sono anche grandi città come Milano, Torino, Roma e Napoli, in cui, però, il partito è quotato piuttosto in basso, con una parte dell’elettorato LGBT+ che non si riconosce nelle sue posizioni “liberali” o che non trova una buona scelta strategica quella di votare un partito ad hoc.
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