A pochi giorni dell’ennesimo slittamento del disegno di legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, nell’ultimo weekend diversi utenti hanno denunciato su Twitter di essere stati vittime di insulti a causa del loro orientamento sessuale. Si tratta in tutti i casi di ragazzi che passeggiavano per strada e, una volta percepiti come omosessuali, sono stati aggrediti verbalmente, fino al punto di temere per la propria incolumità. Da Roma a Palermo, passando per la provincia Salerno, l’omofobia è ancora all’ordine del giorno.
Nella capitale è venerdì e sono passate da poco le 18:30 quando il 32enne Michele sta facendo una passeggiata in un parco vicino casa dopo aver staccato dal lavoro. Non sa spiegarsi cosa possa aver attirato l’attenzione di un uomo sui 40-45 anni, che si stava allenando all’aperto: senza motivo questo lo guarda e urla «checca isterica!». «Aveva uno sguardo pieno di odio – ci confida – Capisco che è rivolto a me e allora faccio dietrofront e mi allontano. Ho ancora il telefono all’orecchio e lui inizia ad urlare imitando una voce femminile. Mi sono spavento e sono andato via, avevo paura che mi corresse dietro. Mi sono sentito al sicuro solo una volta arrivato a casa».
Se per Michele è la prima volta che riceve insulti di questo tipo per strada, a Leonardo, 17enne di Angri, è già capitato diverse volte che gli venissero rivolte delle urla, magari da macchine in corsa, a causa del suo aspetto. Sabato sera indossava degli orecchini a cerchio, che secondo lui potrebbero essere il motivo ad aver portato un coetaneo, spalleggiato dal proprio gruppo di amici, a gridare «Mongoló si nu gay e merd», mentre attraversava la piazza della città per tornare a casa. Erano circa le 23:30 e quello che a Leonardo dispiace è l’indifferenza dei presenti. «Fortunatamente è stata solo una aggressione verbale – ci dice – sinceramente ho provato vergogna perché non eravamo in una strada isolata, nessuno ha detto niente, io ho avuto molta paura di quello che potesse succedere infatti sono scappato. La vicenda è stata breve ma molto traumatizzante».
Non va meglio a Palermo, dove nelle stesse ore il 20enne Edd, insieme al ragazzo con cui si stava baciando, è stato preso di mira da due «energumeni» che passavano di lì in moto. «Ma no masculu cu masculu oh» si sono messi a urlare, prima di accostare nelle loro vicinanze. «Per la paura ci siamo separati e preso strade diverse, sperando non ci succedesse nulla», spiega in un tweet. «Questa è la seconda volta che succede direttamente a me – aggiunge – ma ultimamente questi casi stanno aumentando. Fra l’altro ero vicino un locale gay friendly, ma a quanto pare neanche lì si può stare sicuri».
Ieri sono stato aggredito con insulti omofobi nel parco fuori casa mia. Fortunatamente non mi è successo “niente” ma mi sono spaventato un bel po’ 😓
— Michelephant 🌈🐘 (@GoldOscar) September 11, 2021
Sono stato appena aggredito da uno che mi ha urlato da una distanza molto ravvicinata le seguenti parole "Mongoló si nu gay e merd"
Il problema è che ero da solo e questo essere non era solo ma in gruppo.— NO. (@Leottooo) September 11, 2021
stasera ero in centro a Palermo, stavo baciando un ragazzo quando dal nulla sentiamo gridare due energumeni in motorino "MA NO MASCULU CU MASCULU OHH". Quando li abbiamo visti accostare per la paura ci siamo separati e preso strade diverse, sperando non ci succedesse nulla. 2021
— Edd 🐺 (@frihedo) September 12, 2021
Una comunità che vive nella paura
Mentre per Matteo Salvini e Nino Spirlì il problema è Alessandro Zan che rivela l’esistenza di un deputato non dichiarato tra le file della Lega, nel Paese reale le persone LGBT+ vivono in un clima di paura. Sono tanti, troppi, i casi di violenza che si sono registrati in tutto lo stivale, spesso sminuiti da chi si oppone a una battaglia di civiltà come il ddl Zan. Non a caso sei persone su dieci evitano di tenere la mano al proprio compagno o alla propria compagna se si tratta di una persona dello stesso sesso.
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