Ogni volta che si torna alle urne, per molte persone transgender e non-binary il voto può diventare un momento di disagio e imbarazzo a causa di un’arcaica procedura che prevede di dividere i registri in maschile e femminile, oltre alla pratica di leggere ad alta voce il nome anagrafico del votante, che potrebbe non coincidere con quello elettivo. Per questo motivo l’associazione Gruppo Trans di Bologna rilancia la petizione IO SONO IO VOTO, chiedendo dei seggi più inclusivi e che scongiurino situazioni di outing o discriminazione già registrati in passato.
«Le attuali procedure di accesso ai seggi elettorali non tengono conto della complessità delle vite delle persone transgender e non binarie – si legge in una nota – Migliaia di persone aventi diritto al voto in questo momento in Italia non sono in possesso di documenti che le riconoscano nella propria identità, questo principalmente a causa dell’ormai obsoleta legge 164 del 1982 che regola in Italia il processo di rettifica anagrafica dei documenti e che richiede alle persone lunghi tempi della burocrazia nei tribunali italiani per poter ottenere un documento che le riconosca nei propri rapporti sociali quotidiani».
La petizione fa appello al Ministero degli Interni e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri «per cambiare le procedure di voto previste dall’Art. 5 del DPR n° 223 del 20 marzo 1967 che ad oggi rappresentano una limitazione all’esercizio del diritto di voto per migliaia di persone transgender e non binarie».
Oltre a firmare la petizione, si può partecipare alla campagna anche in altri modi, ad esempio offrendosi come accompagnatorǝ al seggio per offrire sostegno alle persone che dovessero averne bisogno o chiedendo di mettere a verbale la seguente dichiarazione:
Il/la/* sottoscritto/a/* [nome e cognome] desidera venga messo a verbale come la suddivisione in file, liste, registri per genere o per sesso anagrafico sia discriminatoria e lesiva nei confronti delle persone transgender e non binarie, e di tutte le identità che non si riconoscono nella dicotomia uomo-donna e che non vengono pertanto considerate e rispettate nella propria autodeterminazione.Le procedure di voto ai seggi elettorali con file, liste o registri suddivisi in “uomini e donne”, come previsto da art.5 del DPR n°223 del 20 marzo 1967, costringono persone transgender e non binarie a coming out forzati circa la propria privacy e la rivelazione di dati sensibili che possono esporle alla possibilità di divenire bersaglio di ostilità, discriminazioni, violenza in virtù della propria identità di genere. Per ulteriori riferimenti è possibile visitare la campagna Io Sono Io Voto – www.iosonoiovoto.it.
Lз candidatз alle elezioni amministrative 2021 che supportano la campagna IO SONO IO VOTO
Tra lз variз candidatз che stanno sostenendo questa iniziativa c’è Emanuele Busconi, attivista LGBT+, candidato al consiglio comunale di Torino e in Circoscrizione 3 per Sinistra Ecologista, in sostegno del candidato del centrosinistra Stefano Lo Russo. «Recarsi ai seggi – afferma Busconi in un comunicato – non può e non deve essere un’esperienza dolorosa o addirittura pericolosa per nessuna persona, e il diritto di voto non deve essere compromesso da possibili fattori discriminatori. Per questo chiediamo che si superi l’organizzazione delle file ai seggi in base al genere, che espone le persone trans* al rischio di un outing pubblico e forzato, e che si opti per il criterio dell’ordine alfabetico. Se qualcuno non si sente a proprio agio in un momento fondante del processo democratico come quello del voto o decide di non recarsi ai seggi per evitare una situazione di malessere dovuta alla scarsa tutela della propria identità, ci perdiamo tutti, come singoli e come collettività».
Della stessa idea anche Cristina Leo, assessora alle Politiche Sociali, Politiche Abitative e Pari Opportunità del Municipio VII di Roma Capitale e candidata alle elezioni di Roma Capitale 2021 per Revoluzione Civica, sostenendo Monica Lozzi come sindaca. «L’articolo 48 della Costituzione italiana sancisce il diritto di voto – spiega l’assessora a NEG Zone – “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto”. Il diritto al voto delle persone trans e non binarie, continua ad essere compromesso dall’attuale modalità di voto, che prevede due registri divisi in base al genere assegnato alla nascita e crea difficoltà a tutte le migliaia di persone trans che non hanno ancora potuto adeguare il proprio genere anagrafico».
«Io stessa per anni sono andata a votare molto presto la mattina – racconta Leo – sperando di non incontrare troppe persone in fila, e comunque, ho sempre dovuto fare coming out, forzosamente, con il/la Presidente di seggio e gli scrutatori o le scrutatrici presenti. In un periodo storico in cui cresce nelle cittadine e nei cittadini il disamore per la politica, spesso lontana dai bisogni concreti del popolo, mettere tutte e tutti nella condizione di esercitare il proprio diritto al voto, dovrebbe essere prerequisito fondamentale in uno stato di diritto, laico e democratico».
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