Foto: Samuele Cavadini/Wikipedia

Bologna intitola una via a Marcella Di Folco: prima volta per una persona trans

Bologna nel suo piccolo contribuisce a scrivere la storia del nostro Bel Paese intitolando, per la prima volta in un comune italiano, una via ad una persona trans. L’annuncio arriva dal sindaco Virginio Merola che in una lettera all’edizione locale di Repubblica scrive: «È sicuramente il momento giusto per procedere con l’intitolazione di una strada della nostra città a Marcella Di Folco».

L’intitolazione della via alla fondatrice del Movimento identità delle persone transessuali e transgender (Mit), morta 10 anni fa, è un piccolo ma importante passo che conferma l’apertura di Bologna verso determinate tematiche. «La toponomastica – scrive il sindaco – è materia affascinante che permette di dare identità ai luoghi, rispecchiando la storia, in questo caso della nostra città, grazie alle persone che hanno dedicato la loro vita al bene comune. Intitolare quindi una via a Marcella sarà un altro modo per confermare quanto la nostra Bologna sia città all’avanguardia nella storia dei diritti. Diritti che sono stati conquistati attraverso l’impegno di persone come Marcella Di Folco».

Di Folco, che recitò anche nel film ‘Amarcord’ di Federico Fellini nel ruolo del Principe accolto da Gradisca al Grand Hotel di Rimini, partecipò attivamente alla vita della città ricoprendo anche la carica di consigliere comunale. Fu la prima donna trans al mondo a riscoprire una carica elettiva.

Tra i primi a mostrare entusiasmo per l’annuncio vi è l’avvocata e attivista LGBT Cathy La Torre che lanciò l’idea dell’intitolazione: «È un pezzo di storia quello che sta per essere scritto. E lo stiamo scrivendo insieme. Bologna sarà la prima città ad avere un’intera via intestata a una persona trans: l’immensa, favolosa e indimenticabile Marcella Di Folco». La Torre conclude: «È il frutto di una lotta che va avanti da decenni, è il risultato di un lavoro che protagoniste della storia come Sylvia Rivera (la sola a cui sia stata intitolata un angolo di strada di New York) e Marcella Di Folco hanno realizzato, illuminando il buio e la marginalizzazione in cui troppe persone trans ancora vivono».