Provate ad immaginare come sia vivere circondati da compaesani ostili, o proprio omofobi, che da tempo immemore ormai cercano di rendervi la vita più difficile. Per Massimo e il suo compagno tutto questo è quotidianità. Ci troviamo a San Miniato, in provincia di Pisa, dove l’atteggiamento di una parte della popolazione nei confronti dei due ragazzi si traduce in auto danneggiate e allusioni più o meno velate.
Una situazione che si riassume in una frase che recentemente Massimo si è sentito dire: «Perché tutti sappiamo cosa siete voi». È stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso spingendo il ragazzo a scrivere una lettera alla segreteria del sindaco Simone Giglioli, riportata da Il Tirreno.
Dopo quattro anni di offese subite per il proprio orientamento sessuale, Massimo vuole denunciare la “portavoce” degli omofobi e chiede al comune di stare al suo fianco mettendo a disposizione un avvocato. «Sono un onesto cittadino, rispettoso delle persone e delle regole. A Isola – frazione sanminiatese – si susseguono incresciosi atteggiamenti omofobi nei confronti del sottoscritto e della persona che vive con me».
«Dovrebbe essere inutile nel 2020 specificare l’orientamento sessuale – continua Massimo – dal momento che ognuno è libero di fare quello che ritiene giusto per se stesso, sempre nel rispetto della legge. L’evento che ha scaturito questa mail è dovuto ad una ennesima lite con una persona del paese». Il riferimento è alla frase riportata sopra: «Quando una persona mi manca di rispetto con una frase ‘ignorante’ di questo genere allora la cosa mi dà alquanto fastidio. Oltretutto negli anni, ci siamo ritrovati danni alle auto e ad oggetti di nostra proprietà. Abbiamo dovuto mettere anche delle telecamere di sorveglianza per tutelarci».
Massimo è esausto e vuole portare il tutto in tribunale: «Dal momento che io, fuori di casa mantengo sempre un atteggiamento, definito dalla società ‘normale’, mi chiedo, chi ha detto a tutti cosa siamo noi? E qui vengo al punto: vorrei sapere se il Comune fornisce d’ufficio un avvocato per queste liti legali perché io questa ‘persona’ la voglio denunciare per violazione della privacy e danneggiata la figura della mia persona. Purtroppo la situazione sta degenerando perché quando si ha a che fare con l’ignoranza (nel mero termine della parola) c’è poco da discutere se non agendo per vie legali».
La lettera si conclude con un riferimento a tutti quegli articoli della Costituzione che tutelano l’individuo e conclude chiedendo una mano: «Viviamo in affitto con uno stipendio, un avvocato non possiamo permettercelo. Ma spero che il Comune di San Miniato sia al nostro fianco».
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Farida Kant: la mia esperienza a Drag Race Italia