Ragazza transgender aggredita due volte in due giorni al porto di Catania

«Questa non è una città in cui ci si sente protetti». Sono queste le parole di Agnese Vittoria, una ragazza transgender siciliana che ha denunciato quanto accaduto nel tremendo weekend che l’ha vista protagonista dapprima di un attacco transfobico, avvenuto sabato sera, e poi di un’altra aggressione con furto, avvenuta domenica, presso il porto di Catania.

«Sabato ero fuori da un locale – racconta Agnese al sito MeridioNews – quando da un’automobile mi hanno lanciato dell’acqua da una bottiglietta. Erano in quattro, credo sia stata una ragazza». Poco tempo dopo la macchina, che precedentemente si era allontanata, si è nuovamente avvicinata per ri-tirare l’acqua alla povera ragazza che a quel punto, ha chiamato i Carabinieri.

La richiesta di aiuto, però, non è stata delle più tempestive perché le pattuglie dei carabinieri erano impegnate altrove. Alla seconda telefonata al 112, la richiesta è stata inoltrata alla polizia, che ha inviato una volante, che non è riuscita però a rintracciare gli aggressori. «In compenso – dice la ragazza – sono finita in ospedale dove i medici mi hanno diagnosticato uno stato di ansia e i battiti cardiaci accelerati. Non è stata la prima volta in cui ho subito questi tipi di gesti, ma non ci si abitua mai».

La stessa mancanza di un aiuto tempestivo è avvenuta la sera dopo, quando la giovane ha subito una rapina che le è costata diverse escoriazioni sul corpo e il furto del proprio cellulare. «Era un gruppetto di ragazzi, mi hanno spintonata e strappato il telefono dalle mani – racconta – Sono scappati dentro il porto e lì credo siano rimasti, ma al sicuro perché nessuno è intervenuto».

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