HIV, nel Regno Unito -80% di diagnosi negli ultimi 20 anni. Ora 10 anni per fermare il virus

Secondo un recente rapporto di Public Health England (PHE) il numero di uomini gay e bisessuali con HIV di nuova diagnosi è sceso al punto più basso degli ultimi 20 anni. Pubblicato dall’agenzia governativa la scorsa settimana, il rapporto mostra che nel Regno Unito ci sono state 1700 nuove diagnosi di HIV negli uomini gay e bisessuali nel 2019. Questa è la cifra più bassa dal 2000, anno in cui i nuovi contagi diagnosticati furono 1500.

La trasmissione dell’HIV negli MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini) è diminuita dell’80%; le nuove infezioni acquisite da HIV, invece, sono diminuite da un picco stimato di 2.700 casi nel 2011 a una stima di 540 nel 2019.

Secondo i dati, tale declino sarebbe dovuto a un aumento della prevenzione combinata. L’uso del condom, associato alla profilassi pre-esposizione (PrEP) nei soggetti a rischio e ai sempre più frequenti test diagnostici ha fatto sì che l’indice di contagio si abbassasse notevolmente.

Anche iniziare la terapia antiretrovirale (ART) il prima possibile dopo la diagnosi contribuisce ad abbassare il numero di contagi. Nonostante la percentuale di persone diagnosticate in ritardo sia rimasta al 42%, infatti, il 97% delle persone in trattamento con ART raggiunge, col tempo, livelli di virus non rilevabili. Non rilevabile = non trasmissibile (U = U).  Questo significa che è impossibile trasmettere il virus, anche se si fa sesso senza preservativo.

Entro il 2030 sarà eliminata la trasmissione dell’HIV

Il Regno Unito continua, quindi, a soddisfare gli obiettivi 90-90-90 del Programma delle Nazioni Unite su HIV e AIDS (UNAIDS). L’obiettivo primario di questo ambizioso programma è far conoscere al 90% delle persone positive all’HIV il proprio stato sierologico, garantire al 90% delle persone sieropositive la terapia con ART e raggiungere la non rilevabilità nel 90% delle persone trattate con ART.

«Nel Regno Unito, abbiamo compiuto grandi progressi verso l’eliminazione della trasmissione dell’HIV entro il 2030 – ha dichiarato Valerie Delpech, responsabile della sorveglianza dell’HIV presso PHE – I frequenti test HIV, l’offerta di PrEP tra i soggetti più a rischio, insieme a un trattamento tempestivo tra quelli diagnosticati, rimangono la chiave per porre fine alla trasmissione del virus entro il 2030».

Proteggersi dall’HIV

Secondo PHE, «il modo più comune per contrarre l’HIV è attraverso il sesso con una persona che non è a conoscenza del proprio stato sierologico». È bene ricordare, quindi, che ci si può proteggere dall’HIV attraverso l’uso corretto del profilattico con partner occasionali e attraverso la PrEP nel caso in cui il proprio partner conviva con l’HIV. Il preservativo, inoltre, impedisce di contrarre o trasmettere anche le altre malattie trasmissibili sessualmente.

È possibile, inoltre, fare gratuitamente e anonimamente il test per l’HIV negli ospedali o nelle giornate create ad hoc dalle associazioni di volontariato. Qualora questo non fosse possibile, esistono dei kit di auto-diagnosi venduti in farmacia.