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Terapie riparative: non solo la scienza, ora anche 400 leader religiosi chiedono di vietarle

Non ci sono prove scientifiche che ne dimostrino l’efficacia, ma al contempo i danni che le “terapie di conversione” possono causare sono ben documentati. La pericolosa pratica è diffusa anche nei Paesi più sviluppati, tanto che per un sondaggio del 2018 fra più di 100mila membri della comunità LGBT+ britannica un 2% è stato sottoposto a terapie simili e a un altro 5% sono state proposte. Cifre in linea con quelle italiane, emerse in un sondaggio rivolto ai nostri lettori alcuni mesi fa.

Alla luce quindi di questa realtà non si può non apprendere con gioia la notizia secondo qui quasi 400 leader di tutte le fedi religiose, scrive La Repubblica, sono scesi in campo per chiedere un divieto delle cosiddette “terapie riparative”. La dichiarazione firmata da illustri nomi delle tre grandi religioni monoteiste – cristianesimo, islam ed ebraismo – era in programma venisse presentata ufficialmente stamane a Londra a una conferenza sponsorizzata dal Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico. Anche il primo ministro inglese Boris Johnson, che a luglio aveva definito le “terapie di conversione” come «assolutamente ripugnanti», ha più volte manifestato l’intenzione di voler bandire tali pratiche.

Tra gli alti rappresentanti delle religioni che appoggiano il progetto, riporta la BBC, figurano: l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, il vescovo anglicano di Liverpool Paul Bayes, l’ex-rabbino capo d’Irlanda David Rosen e l’ex-presidente della repubblica irlandese Mary McAleese. Sempre il giornale inglese evidenzia giustamente l’importanza di questa iniziativa, proprio perché spesso è all’interno di ambienti religiosi che queste pericolose pratiche trovano diffusione.

Non mancano però i più conservatori che vedendo nel divieto di tali pratiche un «criminalizzare la libertà di religione». C’è anche chi come Peter Lynas, direttore della Evangelical Alliance, è a favore della messa al bando solo delle pratiche più estreme che danneggiano la salute psicofisica delle persone.

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