Uomo gay single adotta Mia, una bambina abbandonata perché malata

A volte i sogni possono realizzarsi. Lo sa bene un attivista gay single, in Argentina, che ha coronato quello di diventare padre, adottando una bambina abbandonata in ospedale.

Come riporta PinkNews, l’infanzia e l’adolescenza di Pablo Fracchia, 37 anni, sono state quelle che tanti hanno dovuto passare. Cresciuto nell’Argentina conservatrice degli anni ’90, Pablo ha sempre pensato di non poter mai diventare padre. Pensava infatti che fossero soltanto le possibilità: non fare coming out, oppure non poter avere una famiglia propria con figli.

«Mi ricordo di aver visto l’arcivescovo sulla TV nazionale – ha raccontato Pablo a Bored Panda – dire che tutti gli uomini gay sarebbero dovuti andare a vivere su un’isola e stare lontani dalle persone perbene. E, inoltre, gli effetti della dittatura (compresi i raid contro i luoghi LGBTQ+) si sono sentiti per molto tempo, nonostante l’instaurazione della democrazia. Quindi, c’è davvero un’enorme differenza tra la situazione attuale e quella della mia infanzia».

Ma le cose, per il giovane Pablo, sono lentamente cambiate. Il ragazzo è presto diventato un attivista per la Federazione LGBT Argentina (FALGBT) e ha visto, pian piano, il mondo cambiare davanti ai suoi occhi. Nel 2010, il suo Paese è diventato uno dei primi in America-Latina a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. E, in quel momento, Pablo stava capendo che, forse, il suo sogno si sarebbe potuto davvero realizzare.

L’arrivo della piccola Mia

Nel 2017, l’attivista si è inserito in lista per poter adottare un bambino nel 2017 e, dopo 2 lunghi anni di attesa, è arrivata una chiamata dal giudice. È stata quella la prima volta che Pablo ha sentito parlare di Mia. La piccola, di appena 22 mesi, viveva in ospedale a causa di una malattia gastro-intestinale piuttosto grave.

Mia aveva bbisogno di particolari attenzioni mediche che la sua famiglia biologica non aveva la possibilità di sostenere. Proprio per questo motivo, la piccola stava per essere mandata in un istituto per bambini con problemi di salute. Neanche a dirlo, Pablo ha subito accettato e, dopo che le altre coppie davanti a lui nella lista sono state escluse, è riuscito a incontrare sua figlia per la prima volta.

Ora i due sono insieme da più di un anno e Pablo stravede per la sua piccola bambina. «Mia è sopravvissuta in ogni singolo modo. Se dovessi usare due parole per descriverla, – spiega l’attivista – sarebbero resilienza e forza. La piccola ha dovuto affrontare un sacco di sfide e adesso è al 100% una bambina sana come tanti altri».