Foto: Chimera Arcobaleno Arcigay Arezzo

Arezzo, 28enne denuncia: «Aggredito e cacciato di casa perché gay»

Dopo aver ascoltato la storia di Malika, mandata via di casa perché lesbica, un ventottenne di Arezzo ha deciso di denunciare l’omofobia subita in famiglia. Intervistato da Arezzo TV, il ragazzo racconta di aver iniziato a subire maltrattamenti fisici e verbali dopo aver fatto coming out con la madre due anni fa.

«Sin da subito sono iniziate le offese – confida la vittima – Sia mia madre che mio zio, che viveva nella stessa casa, mi hanno detto di tutto: dal “malato mentale”, all'”anormale”. Sono stato cacciato fuori di casa come un oggetto. Mi hanno lasciato solo e abbandonato». La situazione, poi, sarebbe degenerata lo scorso Novembre, quando il ventottenne era andato a casa della madre per riprendere le sue cose. «Mio zio, appena mi ha visto, mi si è scagliato contro – racconta – Mi ha aggredito e picchiato. Ho subito diverse lesioni».

Dopo questo episodio, il ragazzo aveva deciso di denunciare lo zio. Paradossalmente, però, ha scoperto che, nel frattempo, la madre aveva denunciato lui per maltrattamenti famigliari e lesioni personali aggravate. «Abbiamo tutti gli elementi per smentire la dinamica dei fatti – sostiene il suo avvocato – Sin da subito abbiamo dato disponibilità di essere ascoltati personalmente dal Pubblico Ministero».

Le ferite sul ragazzo, però, non sono solo fisiche. Diverse volte, infatti, vessato dalla situazione in famiglia, ha pensato a una conclusione drastica per le sue pene. «Purtroppo queste situazioni ti portano a pensare certe cose – si confida – Cose che magari non avresti mai pensato. Ti senti sbagliato e non accettato da quelle persone che dovrebbero proteggerti ed essere la tua famiglia».

«Dopo Malika, viene alla luce un’ennesima storia che purtroppo conferma quanto queste vicende non siano così rare – scrive l’associazione LGBT+ aretina in un comunicato – e quanto siano sottostimate a causa della difficoltà, a volte, nel denunciare alle autorità e rendere pubblici eventi così dolorosi e intimi. Come Associazione non ci stancheremo mai di dire che, oggi più che mai, una legge a contrasto della violenza omo-bi-transfobica sia indispensabile per prevenire e tutelare le persone vittime di episodi come questo».