Anche oggi, purtroppo, aggiungiamo un +1 all’elenco di persone trans discriminate nel nostro Paese. Sara Finizio, Miss Trans 2018, attrice e influencer napoletana, non è potuta entrare in un noto lido perché considerata come «un fenomeno troppo trash».
Siamo in provincia di Napoli, a Varcaturo. Ed è qui che la giovane donna è solita passare le vacanze con la famiglia. «Estate, tempo di vacanze – racconta Finizio, tramite una nota di denuncia dell’attivista trans Stefania Zambrano – Giorni trascorsi al mare, in topless, come sono solita fare ormai da tre anni. Sempre allo stesso posto, ormai mi sentivo di casa lì. Ho tante amicizie, ho legato con famiglie, i ragazzi del posto, il tutto in compagnia e con tanta allegria. Insieme a me c’è sempre la mia anima gemella, la luce della mia vita, mia madre».
Ma è proprio due giorni fa che avviene l’episodio di discriminazione. «Ieri io e mamma ci siamo messe in macchina, siamo arrivate al solito lido, ma, inaspettatamente, ci hanno fermato e mi hanno comunicato che non potevo entrare – racconta l’influener – Io sono rimasta di ghiaccio, ho chiesto cosa stesse succedendo e mi hanno spiegato il tutto. In effetti, dopo qualche anno, non sono più ben voluta, qualche cliente si è lamentato del mio aspetto, chiamo un amico che lavora nella struttura e al telefono mi dice che i proprietari mi reputano un fenomeno troppo trash».
Le parole della mamma testimone e la condanna dell’attivista trans
La stessa Stefania Zambrano, autrice della nota riportata al sito Il Riformista, ha parlato con la madre della protagonista di questo spiacevole episodio per capire come fossero andate le cose. «Prima di parlare con Sara, ho scambiato quattro chiacchiere con la signora Maria, la mamma della Finizio – spiega – Una persona tenera e con un notevole istinto genitoriale, incredula dell’accaduto. Sua figlia era stata cacciata dalla struttura senza nessun motivo e senza alcuna spiegazione. Tra le lacrime mi diceva che Sara era una persona come tutte le altre, non è una iena né un fenomeno. Anzi, è una ragazza cresciuta nella sofferenza e in continue discriminazioni, mentre i familiari non l’hanno mai messa a disagio nel suo percorso».
L’attivista napoletana, nella sua nota al sito, ha duramente stigmatizzato l’accaduto. «La signora Maria vuole giustizia per la figlia e per tutte le femminelle, che sono vere donne – ha affermato – Ormai siamo nel terzo millennio e ancora disprezziamo la comunità LGBT? È una vergogna. Poi parlo con Sara, la quale, con un nodo in gola, è sconvolta dell’accaduto. Ancora non riesce a credere quello che le è successo. La situazione si sta facendo sempre più difficile e complicata. E allora, tutte insieme, dobbiamo far modo in modo che tutto questo non accada più!».
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