White Magazine chiude: si era rifiutato di dare spazio a unioni tra persone dello stesso sesso

Lo scorso agosto si è parlato dell’editore di una rivista di nozze australiana e di come abbia ammesso a uno dei suoi collaboratori che tra le pagine del magazine non ci sarebbe stato spazio per le unioni fra persone dello stesso sesso. Sono dunque partite molte contestazioni da parte di inserzionisti, video maker e anche alcuni celebranti che hanno utilizzato i social media per raccontare i loro rapporto con White Magazine.

Mentre una settimana fa in Australia ha vinto il Sì al primo referendum consultivo riguardo i matrimoni gay contando più di sette milioni di voti favorevoli e avendo la totale approvazione del primo ministro conservatore Malcolm Turnbull, la rivista in questione ha subìto la reazione degli Australiani all’ennesimo atto contro l’omosessualità che hanno lanciato una campagna contro la rivista. Il team, come il fondatore, è stato vittima di insulti e oltraggi da parte dei lettori e da altri utenti.

 

Preso atto di questo, Luke Burrell, co-fondatore di White Magazine, ha tentato di placare la rivoluzione dicendo che capisce i motivi del perché sia stato ritenuto offensivo il comportamento che ha avuto la rivista nei confronti delle coppie gay ma continua dicendo : “Ma perché non possiamo esprimere la diversità dei nostri pensieri?”.

“Come titolare di un’azienda dovresti essere in grado di mettere da parte le tue convinzioni religiose personali”, gli risponde un utente di Facebook.

Il risultato di tutto questo è stato dunque la rinuncia da parte di molti sponsor e di inserzionisti alla partecipazione di White Magazine, per paura di essere giudicati o anche per unirsi alla protesta contro la rivista, rendendola dunque non più economicamente sostenibile fino a farla chiudere.

“Speriamo che un giorno la nostra società possa imparare ad accettare le differenze fra le persone e i diversi punti di vista e ad amarsi a vicenda.”, sono state le parole scritte dal direttore della White Magazine in merito a questo fenomeno.

E lo speriamo anche noi.

Christian Albanese

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