Scritte omofobe a scuola, i compagni fanno un flashmob: #siamotuttifroci

Un grande gesto di solidarietà quello che ha visto coinvolti gli studenti di un Istituto Alberghiero di Brindisi, che hanno organizzato nelle scorse ore un flashmob a sostegno di un loro compagno vittima di bullismo e atti omofobici.

Nella giornata di venerdì 8 febbraio, dopo la scoperta di scritte omofobe sulle mura esterne della scuola ai danni di un ragazzino minorenne, gli studenti hanno deciso di organizzare una manifestazione per schierarsi contro l’omofobia e la violenza. Lo stesso dirigente scolastico Vincenzo Antonio Micia, dopo aver provveduto alla cancellazione delle scritte, ha sostenuto i suoi studenti nell’iniziativa, coinvolgendo anche altri istituti e affermando: «Questa scuola costruisce ponti e non permetterà l’omofobia».

Così, i ragazzi si sono riuniti in mattinata riempiendo la facciata dell’istituto con striscioni di supporto in cui campeggiava l’hashtag scelto per la giornata: #siamotuttifroci. Ad intervenire è stato lo stesso ragazzo a cui  erano riferiti gli insulti «Io sono fortunato ho accanto la mia famiglia e i miei amici, oggi la vostra vicinanza mi fa sentire più forte in questo mio percorso di vita” sono state le sue parole».

Particolarmente toccanti sono state anche le dichiarazioni dei rappresentanti degli studenti, effettivi organizzatori della manifestazione, che hanno sottolineato la pochezza intellettuale e d’animo di chi agisce in maniera violenta guidato da intolleranza e rabbia, paragonando idealmente questi atti a quelli di coloro che violentano le donne e picchiano barboni. I ragazzi hanno dichiarato di essersi mossi per questo flashmob consapevoli di quanto l’ignoranza e la paura per il diverso siano radicati anche tra i più giovani, e questi atti ne sono la testimonianza.

L’importante messaggio che manda questa intera comunità che  si stringe intorno ad un ragazzo vittima di bullismo sta nel riuscire a far comprendere che l’insulto o la presa in giro, in particolar modo se reiterate, non sono semplicemente bravate da ragazzi, ma possono avere gravi conseguenze sui più giovani, soprattutto se non vivono in un clima di sostegno e accettazione in famiglia e a scuola.

Daniele Sorbo Filosa

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