Famiglie arcobaleno: a Trapani il sindaco del PD nega la doppia paternità

Se la scorsa settimana è emersa alle cronache l’iscrizione nei registri anagrafici di Bussano (MI) di una bambina con i cognomi di entrambe le madri, è di oggi la notizia del mancato riconoscimento della doppia paternità ad una coppia di uomini da parte del Comune di Trapani.

La coppia ha presentato lo scorso 6 Marzo la richiesta di “riconoscimento successivo della seconda paternità” per i loro due figli nati in California tramite fecondazione assistita, poiché i bambini sono già registrati all’anagrafe con riconoscimento della paternità di un solo genitore.

Nella delibera comunale troviamo un riferimento ad un’ordinanza della prima sezione civile della Corte Suprema (22 Febbraio 2018), nella quale possiamo leggere che «Il riconoscimento della doppia paternità da un lato violerebbe i limiti della giurisdizione per invasione della sfera delle attribuzioni del legislatore e dall’altro legittimerebbe una condotta che l’ordinamento interno punisce penalmente».

Ciò che stranisce è che questo veto arrivi dell’ala progressista e democratica del nostro Paese; Giacomo Tranchida, infatti, primo cittadino di Trapani, è un esponente del Partito Democratico.

A nulla è servita la mobilitazione di questi giorni di associazioni locali che hanno lanciato una petizione online e l’hashtag #Giacomometticiunafirma per sensibilizzare l’amministrazione comunale; il sindaco non ha mutato la propria posizione: «La legge è lacunosa e questo può essere superato solo da un giudice. Perché anziché cercare diritti si cercano forzature? Una nostra iscrizione verrebbe sollevata come illegittima» ha dichiarato all’Agi.

doppia paternità

L’invito di Tranchida è quindi quello di trovare una soluzione alla questione nelle sedi opportune a partire dal Parlamento, dichiarandosi in linea col partito: «Io non ho mai rinnegato la mia appartenenza al PD e ho sostenuto Zingaretti che tra i punti del suo programma ha il superamento di situazioni come queste».

La richiesta al Sindaco da parte dell’associazione Punto Dritto, che ha lanciato l’appello, è di seguire l’esempio di altri Sindaci progressisti, quali Sala e De Magistris, attribuendo ad un’eccessiva prudenza la scelta del primo cittadino.

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