Report ci dice cosa c’è dietro l’omofobia e i simboli cattolici ostentati dalla Lega

Mentre Matteo Salvini suggeriva la visione del film di Checco Zalone, su Rai3 andava in onda un’inchiesta giornalistica di Giorgio Mottola, il giornalista di Report che in più occasioni – dal Papeete a Pontida – ha posto domande scomode all’ex-vicepremier, senza trovare mai risposta. La puntata andata in onda lunedì ha però battuto la risata facile del comico pugliese, che ha rappresentato l’ennesima sconfitta della frivolezza del palinsesto Mediaset contro l’informazione e la cultura della prima serata delle reti Rai.

In un’ora di servizi sul Russia-gate è stato ricostruito un grande e preoccupante mosaico, in cui le presunte tangenti alla Lega sono solo un piccolo e secondario tassello. La narrazione di Sigfrido Ranucci mette in evidenzia come la metamorfosi della Lega con il cambio della segreteria sia proprio legata ai rapporti con la Russia. Report ci spiega le motivazioni alla base delle quali la Lega di Salvini è passati dall’anti-meridionalismo al sovranismo nazionale. Soprattutto ci spiega perché sono cominciati a spuntare simboli religiosi negli interventi del leader leghista e i valori cristiani abbiano assunto un’importanza primaria in un partito che nasce con ben altre priorità.

In un vecchio sondaggio fu sondato il terreno dell’elettorato verde sui temi del nazi-fascismo. I risultati furono talmente forti, che persino la Lega ritenne opportuno tenerli segreti: tra il 35% e il 71% degli intervistati non temeva il ritorno del nazi-fascismo. Risultato che la dice lunga sull’ignoranza dell’elettorato leghista, un elettorato goloso per un piano molto complesso indicato da Report come “La Macchina della Paura”, «perché debole culturalmente quindi più facile da infiltrare».

Queste ultime non sono le parole di un “professorone radical chic di sinistra”, come direbbe Salvini, ma del regista di tale piano, Konstantin Malofeev, chiamato “l’oligarca di Dio”, i cui rapporti con la Lega sono stati confermati dallo stesso zar russo, definito da Report «l’elemosiniere dei partiti di estrema destra», una vecchia conoscenza di Salvini. Malofeev non può però più finanziare questi partiti, perché l’Europa glielo ha vietato dopo i suoi finanziamenti per la guerra in Crimea, ma l’oligarca di Dio ha rapporti con le fondazioni americane ultraconservatrici e ultracristiane, le stesse che in una “Santa Alleanza” hanno finanziato movimenti e fondazioni in Europa per un miliardo di dollari con un solo obiettivo: alimentare la paura dei cittadini per distruggere l’Unione Europea.

Konstantin Malofeev è inoltre colui che, grazie ai suoi finanziamenti, ha dato nel 2013 una nuova vita al Congresso Mondiale delle Famiglie. L’oligarca si riferisce agli omosessuali con i termini “sodomiti” e “pederasta”, affermando di poter usare quei termini in quanto cristiano. Secondo Malofeev gli omosessuali «vogliono promuovere la loro non-normalità» e sarebbe per colpa dei Pride se l’omosessualità si diffonde, quasi fosse un’epidemia. Non parliamo poi dei diritti delle donne, per il russo, il loro ruolo «è essere amate dai mariti, solo le donne infelici e non amate diventano femministe. Solo donne consapevoli del loro ruolo di casalinghe e madri possono risolvere il calo demografico». Malofeev afferma – e non si fa fatica a credergli – che Salvini la pensa come lui e che ha molto apprezzato il suo discorso a Verona.

Il leader della Lega non sembra però altrettanto propenso a parlare di Malofeev quando viene intervistato da Mottola: la sua espressione è eloquente, Salvini appare impacciato e promette di rispondere in un secondo momento, che mai arriverà.

La ricostruzione di Report, documentata con dovizia di particolari, racconta dunque di un piano molto preoccupante di cui la Lega è una delle pedine, una minaccia per i non-cristiani, le donne e gli omosessuali: gli agnelli sacrificali prescelti da Malofeev per riportare l’Europa ai suoi tempi più bui.

 

Guarda l’inchiesta di Report
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