In occasione di San Valentino, una nota enoteca di Roma, ha avuto un’idea dal retrogusto arcaico. Il locale ha proposto e pubblicizzato una cena per due in occasione della festa degli innamorati: fin qui tutto normale, se non fosse che dalla presentazione il menù sembra poter essere ordinato solo ed esclusivamente da un uomo ed una donna.
Lo chef ha previsto piatti dal tono dolce, leggero e delicato per la lei, mentre sapori intensi, grassi e corposi per lui. La pubblicizzazione di questo menù, che si basa sugli stereotipi di genere e la non inclusività, ha scaturito subito perplessità da parte della comunità LGBT+ di Roma, sopratutto perché non è ritenuto corretto che nel giorno della “festa degli innamorati” una coppia omosessuale, o formata da persone non-binary, non possa partecipare all’evento.
Cibi per lui e cibi per lei esistono da sempre, sopratutto in campo nutrizionale e se vogliamo seguire delle diete bilanciate magari sfruttando la macrobiotica, ma non è questo il caso. Il menù posto dalla nota enoteca potrebbe indurre anche al litigio sul vino, come ogni menù fisso le bevande non sono incluse, ma analizzando i piatti è anche difficile scegliere un rosso o un bianco che si sposi con le pietanze di entrambi.
San Valentino non deve essere necessariamente una festa dove si rimarcano le differenze tra il genere maschile e quello femminile in una coppia, magari escludendo le “non convenzionali”. Ci sentiamo di suggerire una soluzione per evitare scivoloni di questo tipo: creiamo una sola portata! Ogni cosa divisa in due, e posta al centro. È molto più romantico dividere un piatto di spaghetti come nel noto film d’animazione Lilli e il vagabondo che dividere schematicamente due persone il giorno dell’Amore.

21 anni, fiero di far parte della comunità Bear, conoscitore della gastronomia e appassionato di mitologia greca, fa della felicità la sua filosofia di vita.
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