Padre Ariel contro l’interruzione della messa: «Se fosse successo al Muccassassina…»

Durante la puntata di LIVE Non è la d’Urso di questa sera, Padre Ariel S. Levi di Gualdo, già noto per le sue posizioni anti LGBT, ha contrapposto in un improbabile paragone le famose serate gay del Muccassassina alle messe che in questi giorni vengono celebrate, in modo illegale, nel nostro Paese.

Il  sacerdote è intervenuto dopo che Barbara d’Urso ha lanciato un servizio in cui veniva raccontato l’episodio che ha visto protagonista don Lino, parroco di Gallignano (CR), interrotto e multato dai carabinieri nel corso di una funzione religiosa.

«Siamo di fronte a una totale mancanza di buon senso da parte delle forze dell’ordine – ha esordito Padre Ariel – Se una scena di questo genere si fosse verificata a Roma… Supponiamo che i Carabinieri avessero fatto irruzione al circolo gay del Muccassassina interrompendo una festa, credo che la cosa si sarebbe risolta con le dimissioni del comandante dell’arma dei Carabinieri».

La gravissima allusione del sacerdote lasciava intendere che le persone LGBT+, a differenza dei cattolici, fossero una categoria protetta a cui è consentito trasgredire la legge, anche nel bel mezzo di un’emergenza sanitaria senza precedenti.

«Cosa c’entra? Che accostamento strano che stai facendo…» ha affermato la conduttrice, interrompendo il teologo e sottolineando come i carabinieri stessero semplicemente svolgendo il proprio lavoro. A quel punto si è inserito nella discussione anche Gianluigi Nuzzi, autore di diverse inchieste sul Vaticano.  «Ma lei ci va al Muccassassina per dire una cosa simile? – ha chiesto provocatoriamente il giornalista – Padre abbia pazienza, i nostri Carabinieri sono un’instituzione seria. Se il Muccassassina o qualsiasi altro locale organizza un’assembramento, le assicuro che le forze dell’ordine ci vanno».

Rimesso al suo posto, Padre Ariel ha a quel punto proseguito il proprio discorso, asserendo che «la religione è madre della scienza» e definendo le domande di Nuzzi delle «battute velenose».