Il coraggio di essere una madre lesbica, bisessuale, trans, queer

«La mano che fa dondolare la culla è la mano che regge il mondo» affermava il poeta statunitense William Ross Wallace, in una straordinaria metafora dell’importanza del ruolo di un genitore nella società. La stessa società che, però, ancora non riesce ad accettare che quella mano possa essere queer, che anche una donna transgender possa essere madre, o che una madre possa avere un orientamento sessuale che differisca da quello etero.

La nozione di maternità che viene adottata nei discorsi generali che si ripetono, non senza qualche retorica, ogni anno durante la festa della mamma non prevedono la possibilità che una madre possa essere lesbica o bisessuale, o che possa non essere cisgender. Non c’è posto per queste donne in un immaginario collettivo che è plasmato dall’eteronormatività e dal patriarcato.

Ma quelle donne esistono e vanno celebrate, almeno quanto le altre. Perché a essere madre e queer ci vuole una maggiore determinazione ogni volta che i diritti della tua famiglia non vengono riconosciuti, che qualcuno decide di sindacare sulla tua maternità o che qualcuno ti chiede dove sia il padre dei tuoi figli.

Nel Regno Unito, Paese dove l’omogenitorialità è più tutelata e ha una visibilità maggiore rispetto all’Italia (dove episodi di intolleranza non mancano), una madre lesbica su tre ha dovuto affrontare delle discriminazioni. Da uno studio commissionato da DIVA Magazine, è emerso che ad alcune madri omosessuali viene rifiutato l’accesso ai servizi pubblici da parte di professionisti, viene chiesto loro di abbandonare associazioni rivolte ai giovani o viene persino negato l’accesso in determinate scuole. Alcune delle intervistate hanno poi raccontato che i loro figli sono stati vittime di bullismo a scuola, con una scarsa capacità degli insegnanti di gestire la situazione.

Con uno spot intitolato “…E allora lo dico alla mamma”, quest’anno l’associazione Famiglie Arcobaleno ha ricordato che ancora oggi, in Italia, molte alle madri italiane e ai loro figli non vengono riconosciuti alcuni diritti. «Le famiglie sono tutte uguali, ma i diritti no – recita lo spot – Da 15 anni lavoriamo affinché i diritti dei minori e i doveri dei genitori arcobaleno siano uguali a quelli di ogni altra famiglia».

"…E ALLORA LO DICO ALLA MAMMA!" Le famiglie sono tutte uguali, ma i diritti no.

"…E ALLORA LO DICO ALLA MAMMA! Le famiglie sono tutte uguali, ma i diritti no. Da 15 anni lavoriamo affinché i diritti dei minori e i doveri dei genitori arcobaleno siano uguali a quelli di ogni altra famiglia”.Alle nostre famiglie sono ancora oggi negati gli stessi diritti e doveri che, invece, le altre famiglie hanno. Famiglie Arcobaleno, associazione di genitori omosessuali, in collaborazione con l'agenzia Leo Burnett, ha realizzato due spot radiofonici. Se ci ascolti, ci vedrai! Sostieni Famiglie Arcobaleno su famigliearcobaleno.org#FAnonsifermaCREDITS Agenzia: Leo BurnettCreative Director: Antonio GigliottiSenior Copywriter: Gianluca NucaroAccount Director: Chiara ColluraCasa di Produzione radio: Top DigitalExecutive Producer: Marco LongieriFonico: Alberto SartiSpeaker:Uomo: Massi RossiDonna: Francesca CassolaBimba: Alice LucchettaBimbo: Leonardo Lucchetta

Slået op af Associazione Famiglie Arcobaleno i Lørdag den 9. maj 2020