Stati Uniti, più di un giovane transgender su quattro ha tentato il suicidio nell’ultimo anno

Numeri preoccupanti compaiono nello studio condotto da The Trevor Project negli Stati Uniti riguardo la prevenzione dei suicidi nel panorama LGBT+.

La dottoressa Amy Green, a capo del team di ricerca, sostiene che c’è una chiara mancanza nella ricerca e prevenzione del tasso di suicidi nei sottogruppi di giovani LGBT+, evidenziando che «I giovani transgender e non-binary sono particolarmente a rischio di suicidio rispetto ai loro coetanei cisgender».

Lo studio, in uscita il prossimo giugno, afferma che più di un quarto dei giovani trans e non-binary ha tentato il suicidio nell’ultimo anno negli Stati Uniti, di cui più della metà ci ha provato concretamente o lo ha preso in seria considerazione negli ultimi 12 mesi.

Giovani trans e non-binary più vulnerabili

«Ogni giorno sentiamo notizie da giovani trans in crisi e comprendiamo gli impatti dannosi che la discriminazione e le molestie possono avere sulla loro salute mentale e sul loro benessere» ha affermato la ricercatrice Myeshia Price-Feeney.

The Trevor Project ha scoperto che i giovani trans e non-binary sono ancora più vulnerabili e hanno il doppio delle probabilità di soffrire di sintomi depressivi rispetto ad altre appartenenze sessuali come gay, lesbiche e bisessuali. Questa vulnerabilità è spesso accentuata da fenomeni di discriminazione a causa della loro identità di genere, che li porterebbe ad una non accettazione e a soffrire di stati di ansia. A riprova di questo, il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto minacce o di essere stato ferito fisicamente nell’ultimo anno.

Spazi sicuri

The Trevor Project sostiene che gli esperti dovrebbero fornire programmi di intervento specifici per i giovani trans e non-binary, in quanto attualmente la maggior parte degli interventi sono generici per tutte le persone LGBT+.

«Speriamo che questi dati incoraggino una più solida raccolta di dati a livello nazionale sulla salute mentale dei giovani LGBTQ e che i responsabili delle politiche e gli operatori sanitari utilizzeranno queste informazioni per creare politiche e spazi sicuri che proteggano e tutelino i giovani trans ovunque» ha continuato la dott.ssa Price-Feeney.

In Italia

Nel nostro Paese, lunedì scorso, è stato presentato InfoTrans.it, il primo portale dedicato alle persone transgender che mette a disposizione dei cittadini con un linguaggio semplice e facilmente comprensibile, informazioni sanitarie e giuridiche dedicate alle persone transgender, grazie a una collaborazione tra l’Istituto di Sanità Superiore (ISS) e l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR).

Le persone transgender che hanno bisogno di un aiuto immediato o, anche semplicemente, di supporto o di un confronto con qualcuno, possono rivolgersi al servizio Speekly, una help line aperta a tutte le persone LGBT+, oppure può mettersi in contatto con un consultorio o con un’associazione territoriale (un elenco parziale è disponibile a questo link oppure è possibile chiedere informazioni inviando una mail a redazione@neg.zone).

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