Nella giornata di ieri, Luca Rossi, esponente della Lega, ha pubblicato un post Facebook in cui si complimenta con l’Egitto per il trattamento riservato a Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna in detenzione preventiva da 163 giorni che ha raccontato di aver subito delle torture.
«Esistono Paesi seri come l’Egitto che non si lasciano condizionare da ONG – scrive rossi commentando la notizia dell’ennesimo prolungamento della detenzione in attesa di un processo – Bye Bye Zaky». Un messaggio disumano e contestato da tanti, che ha costretto la Lega ha prendere le distanze. «Il post di Rossi è del tutto personale non rispecchia la linea o il pensiero della Lega – ha dichiarato il Carroccio – Rossi inoltre non rappresenta, in alcun modo, la segreteria provinciale di Modena».
Ma l’autore del post choc non fa nessun passo indietro. «Confermo la mia opinione sulla questione – ha scritto in un altro post – La campagna politico/mediatica per la scarcerazione dello studente universitario detenuto in Egitto, rappresenta un’ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano e che ha come obiettivo primario il deterioramento dei rapporti diplomatici e commerciali con Il Cairo». L’uomo si riferisce alla richiesta di Laura Boldrini e di altri politici di sospendere la vendita delle armi a un Paese che, oltre a non mettere luce sulla verità riguardo la morte di Luca Regeni, continua a calpestare i diritti umani, tra cui quelli LGBT+.
In merito al post su #Zaky il sottoscritto ha espresso un parere esclusivamente personale che non coincide…
Slået op af Luca Rossi i Fredag den 17. juli 2020
Ci si augura che Rossi non sia a conoscenza dei rischi che Zaki sta correndo a causa della sua prigionia. Lo studente è infatti asmatico ed è situato in un carcere dove un detenuto è morto di Covid-19. Oltre alle carenti condizioni igieniche testimoniate dallo stesso Zaki, c’è poi l’aspetto psicologico. Basti pensare al caso di Sarah Hegazi, ragazza arrestata per propaganda LGBT e che dopo la liberazione si è tolta la vita a causa del calvario passato in carcere. Lo studente bolognese, arrestato con l’accusa di propaganda sovversiva su Facebook, è stato infatti messo alla berlina su un giornale di Stato in quanto ricercatore nell’ambito degli studi di genere attivista dei diritti degli omosessuali.
L’artista Gianluca Costantini ha dedicato a Patrick Zaki un’istallazione nei pressi dell’aula magna dell’Alma Master Studiorium. Negli scatti del fotografo Michele Lapini è possibile vedere dei cartonati dello studente egiziano e cittadino onorario di Bologna in corrispondenza delle sedute dell’aula con la scritta «Freedom for Patrick Zaky».
Michele Lapini photography in questo ultimo periodo sta diventando l'occhio fotografico dei miei lavori su Patrick Zaky,…
Slået op af Gianluca Costantini i Lørdag den 18. juli 2020
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