Trecentocinquanta persone trans ammazzate in un anno: 6% in più rispetto al 2019

Aumento del numero di persone trans uccise e morti terrificanti. È questo il quadro disegnato dal rapporto Trans Murder Monitoring, che nell’ultimo anno ha contato ben 350 omicidi di persone trans. Erano 331 l’anno passato.

L’età media delle vittime è di 31 anni, la più giovane di 15. Il 22% delle persone transgender uccise ha perso la vita all’interno della propria abitazione. Dall’inizio del progetto Trans Murder Monitoring, il 62% dei decessi è avvenuto nella comunità delle prostitute. Ad avere la peggio sono gli americani: la maggior parte degli omicidi dell’ultimo anno, 287, è avvenuta in Centro e Sud America. Il triste primato spetta al Brasile, che con il 43% delle morti, ergo 152 persone, risulta essere il Paese in cui si sono verificati più omicidi di persone trans. Segue il Messico con 57 casi e gli Stati Uniti con un preoccupante record personale di 34.

Queste morti però, scrive Forbes, sono ragionevolmente solo la punta dell’iceberg. Non si può inoltre non considerare la violenza e l’orrore di questi omicidi: da persone soffocate ad altre bruciate vive. Nel frattempo, come se già non bastasse, è forte l’impatto della pandemia sulla vita delle persone della comunità LGBT+: «In tempi di crisi, quelli che vivono ai margini soffrono di più», dice Lukas, portavoce dell’autore del rapporto TGEU.

Il rapporto è pubblicato dal 2008 in occasione dell’International Trans Day of Remembrance (TDoR), che si tiene ogni anno il 20 novembre, e dall’inizio del progetto sono stati registrati 3664 decessi. Gli autori, facendo anche notare una spaventosa tendenza al rialzo, commentano: «Dietro la rappresentazione statistica di numeri e percentuali, ci sono persone di cui apprezziamo la vita e che noi, come società, non siamo riusciti a proteggere».

 

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