Con un album solista in arrivo e la convivenza con la sua fidanzata, Romy Madley Croft appare una donna più consapevole e sicura di sé nell’ultima intervista rilasciata a The Guardian.
La voce famminile, nonché chitarrista, degli xx al momento è solo preoccupata di una cosa: le sue esibizioni sui brani contenuti nella sua ultima fatica, decisamente più movimentati e gioiosi di quelli con cui l’abbiamo conosciuta nella band, la vedranno muoversi di più sul palco. Forse anche per questo, la cantante ha comprato su internet una luce da discoteca, che ha disposto in cucina dove si diverte a ballare sulle note delle canzoni di Chromatica di Lady Gaga assieme alla sua ragazza. «C’è voluto molto tempo per arrivare al punto in cui mi piace davvero stare sul palco» racconta Romy.
Lifetime, singolo che anticipa l’album, è infatti un pezzo decisamente euforico ed è stato scritto durante il lockdown, nella camera da letto. Una circostanza che l’ha fatta ritornare a quando viveva coi suoi e scriveva canzoni nella propria cameretta. «Mi ha davvero ricordato quella volta in cui ero confusa e avevo un sacco di cose che erano fuori dal mio controllo quando ero un adolescente, e stavo cercando di elaborarle – racconta – Se posso scriverne, mi sento come se mi tranquillizzassi».
A differenza di quei tempi passati, dove lei e il suo compagno di band Jamie scrivevano senza usare pronomi maschili o femminili per non esplicitare la propria omosessualità, ora la musicista ha deciso che è pronta a parlare d’amore nelle proprie canzoni rivolgendosi al femminile, ispirata da giovani cantanti che non hanno paura a esporsi da questo punto di vista, come ad esempio la cantautrice genderqueer King Princess.
«Ho fatto coming out quando avevo 15 anni, e mio padre è stato davvero fantastico a riguardo, e sono molto grata per questo – racconta – Ma non mi sentivo pronta quando abbiamo pubblicato il primo album degli xx, quando avevamo circa 20 anni, a essere davvero, davvero aperta sulla mia sessualità. Nel tempo, crescendo e notando come il mondo sta cambiando, mi sono sentita molto più a mio agio a renderla pubblica. Scrivere di amare una donna e non sentirsi spaventata o imbarazzata… Forse è una cosa che sta crescendo in me, e semplicemente non mi preoccupa tanto di ciò che pensa la gente».
Con il suo album radicato nell’euro-dance degli anni 2000, Madley Croft vuole anche offrire un nuovo tipo di rappresentazione della musica per donne lesbiche. «Quando ero un’adolescente, e stavo cercando canzoni d’amore esplicitamente lesbiche a cui potermi connettere, sicuramente non trovavo musica pop-dance – confida – Si trattava per lo più di musica acustica. Questo è lo stereotipo, credo. Come suona una canzone d’amore lesbico? Qualcuna con una chitarra acustica!».

33 anni, salentino a Torino, matematico e attivista LGBT+. Vivrei volentieri ogni giorno come fosse l’ultimo se solo non fossi un procrastinatore. Amo il buon cibo e la buona musica, ma non toglietemi il junk food e il trash televisivo.
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