* Svago

Il papà più bello d’Italia? È gay: la storia di Manuel Zardetto

Manuel Zardetto vince la fascia di “Papà più bello d’Italia” nel concorso indetto da Starpeoplenews.it, un orgoglio per la comunità LGBT+ e che rompe gli schemi etero-normativi portando lo stendardo della categoria queer all’interno di un prestigioso concorso di bellezza.

«Ho vinto la fascia – spiega – dopo aver ottenuto diverse migliaia di voti. È questo ciò di cui vado particolarmente orgoglioso: chi mi ha concesso la propria preferenza, l’ha fatto con la consapevolezza che sono un papà omosessuale. È la dimostrazione che il nostro Paese ha una mentalità molto più aperta di quanto a volte vogliano farci credere».

Il giovane papà di origine Trevigiana, ci ha già raccontato la sua emozionante storia aprendo le porte di casa sua alle telecamere di QweerTea Live lo scorso novembre: le origini paraguayane, l’infanzia nella provincia, la carriera nelle retrovie della moda a Milano ed infine la decisione che gli ha cambiato la vita: diventare padre.

Mia – questo il nome della figlia di 6 anni – è una bambina felice nata dal forte desiderio di Manuel e una delle sue più care amiche, di diventare genitori e che si sono affidati alla scienza per ottemperare a questo sogno. Capita spesso di vedere questo esempio di famiglia allargata, ritratta senza filtri nella loro quotidianità su Instagram.

«Mia cresce serena, trascorrendo alcuni giorni con la sua mamma single e altri con una coppia gay – racconta – Vista da fuori, può sembrare una situazione strana, ma per lei è la normalità. Mia figlia è molto intelligente, si prepara a diventare una donna libera da pregiudizi nei confronti delle persone che incontra».

La vittoria di Manuel ha spaccato il web portando molte voci a supporto della sua storia, ma anche molti contrasti e commenti che dimostrano quanto sia ancora necessaria una maggior tutela da parte delle legislazioni contro l’omofobia dilagante.

La cosa più toccante per Manuel è stato il dialogo diretto con molti altri genitori omosessuali che non hanno avuto il coraggio di fare coming out con i rispettivi partner e che manda un segnale molto forte di come ad oggi, omosessualità e famiglia, sia considerato ancora un taboo.

«Non mi voglio ergere a paladino dell’omogenitorialità né sfruttare questa vittoria per perseguire la carriera da modello. La mia vita rimarrà la stessa, continuerò la mia professione nel commercio di cavalli da competizione ma soprattutto la mia priorità è che mia figlia cresca felice e serena coperta di affetto».