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«Gay benvenuti»: polemica in Trentino per la dicitura che indica le strutture inclusive

Sui portali dedicati al turismo in Stati liberi e democratici ha senso utilizzare la dicitura «gay benvenuti» per rassicurare le persone LGBT+ sull’ospitalità del luogo?

Luca Zeni non ha alcun dubbio: in un’interrogazione depositata presso il consiglio provinciale della Provincia Autonoma di Trento, il consigliere afferma: «Anche Trentino Marketing – società della Provincia Autonoma impegnata nella realizzazione e promozione di progetti orientati allo sviluppo del turismo trentino – pare aver recepito questa indicazione del mercato turistico, e attraverso il sito Visit Trentino vengono promossi numerosi alberghi che vogliono posizionarsi e caratterizzarsi come attenti a non discriminare gli ospiti in base all’orientamento sessuale».

«Tuttavia – prosegue il consigliere – nell’elenco dei servizi di tali strutture non compare mai la denominazione “gay friendly”, riconosciuta a livello internazionale come marchio per rappresentare quanto illustrato, ma l’infelice e discutibile traduzione “gay benvenuti”».

Dopo la conclusione dell’interrogazione, Trentino Marketing ha subito provveduto ad eliminare dalle brochure delle strutture ricettive iscritte al portale Visit Trentino la spiacevole locuzione, precisando che «la dicitura utilizzata, “benvenuto gay”, è un tag dei servizi che la piattaforma Feratel – società che offre soluzioni turistiche complete – mette a disposizione delle organizzazioni turistiche valevole per le strutture ricettive di tutti i Paesi dove Feratel è presente» e che «Trentino Marketing già a giugno 2020 aveva chiesto di oscurare il flag perché non lo riteneva idoneo e quindi non collocabile all’interno della sezione “servizi” della struttura ricettiva»; pertanto, «è stato risollecitato il fornitore che si è scusato ed ha provveduto a sistemare l’errore togliendo la dicitura».

Contrariato, il consigliere provinciale ed ex presidente di Arcigay del Trentino Paolo Zanella ha espresso le sue perplessità in merito attraverso un post su Facebook: «La pezza è peggio del buco […] Già erano pochissimi gli alberghi trentini, rispetto al resto del Paese e del mondo, a dirsi “gay friendly”, ora togliamo pure quel marchio che è indice di inclusione e non, come potrebbe pensare qualcuno, di stigmatizzazione. Finché il mondo non sarà realmente più aperto e libero, molte persone e coppie LGBT+, anche nei loro spostamenti turistici, guardano di andare in una struttura che si dichiara inclusiva. Esistono studi di settore sul turismo LGBT+ friendly. Sarebbe bene che Trentino Marketing li leggesse».