Il sociologo Tony Silva, professore dell’UBC, ha provato a spiegare il perché alcuni uomini si sentano etero nonostante facciano sesso con altri uomini. Nel suo nuovo libro, Still Straight: Sexual Flexibility Among White Men in Rural America, Silva sfida, infatti, l’idea comune che tale comportamento nasca dall’omofobia interiorizzata.
Per stilare la sua teoria, il sociologo ha intervistato circa 60 uomini bianchi delle zone rurali degli Stati Uniti. Ognuno di essi aveva o aveva avuto rapporti sessuali o relazioni con altri uomini, ma continuava a identificarsi come eterosessuale.
Perché gli etero fanno sesso con altri uomini?
La maggior parte di essi ha spiegato che, nonostante amassero le proprie mogli, le loro vite sessuali non erano come avrebbero voluto. Fare sesso con altri uomini, dunque, sarebbe stato un compromesso accettabile per scappare dal vincolo matrimoniale non tradendo le consorti con altre donne.
Altri, invece, hanno dichiarato di preferire gli uomini in quanto «meno appiccicosi» rispetto alle donne coinvolte in una relazione extra-coniugale che avrebbero potuto minacciare la stabilità del matrimonio. «Trovo particolarmente interessante e ironico – dice Silva al magazine Georgia Straight – che le loro convinzioni conservatrici sul genere li incoraggino effettivamente a fare sesso con uomini».
Altri ancora preferivano far sesso con altri uomini per motivi legati al controllo. Nel sesso con le donne, infatti, quello che ci si aspetta è che sia l’uomo a dirigere le danze. Facendo sesso con degli uomini, invece, questa pressione sparisce, lasciando il posto al piacere.
Alcuni uomini single, infine, sostenevano di aver avuto rapporti sessuali con altri uomini per non sembrare deboli. La richiesta di coccole e contatto umano a delle donne, infatti, per loro, era sinonimo di debolezza. Chiederlo ad altri uomini, invece, per quanto possa sembrare bizzarro, non minava la loro mascolinità.
Perché questi uomini non si identificano come bisessuali?
Una volta capito il perché, sebbene si considerino etero, questi uomini consumino rapporti sessuali con altri uomini, è da capire la motivazione che li spinge a non identificarsi come bisessuali.
Bisogna stabilire, innanzitutto, che i comportamenti sessuali, le identità e le attrazioni non sempre si allineano. Le identità sessuali, infatti, descrivono il modo in cui gli individui si percepiscono, ma non sempre indicano le attrazioni o i comportamenti sessuali di una persona.
La maggior parte degli uomini intervistati si è identificata come eterosessuale perché sentiva che questa identità riflettesse al meglio le relazioni sentimentali con le donne. Molti pensavano che il sesso con gli uomini fosse irrilevante per la loro identità, dati altri aspetti della loro vita. Identificarsi come eterosessuali, inoltre, significa anche evitare lo stigma connesso alle minoranze e sentirsi parte di un gruppo socialmente dominante.
Non si tratterebbe di bisessualità o omosessualità repressa
Per il sociologo, infine, non si tratterebbe di omosessualità o bisessualità repressa. «Quando un uomo gay o bisessuale non dichiarato fa sesso con un altro uomo – sostiene – considera quel sesso come un riflesso della sua identità segreta. Quando un uomo identificato come etero fa sesso con un altro uomo, si considera etero nonostante il sesso con uomini».
«Molte persone pensano che questi uomini siano repressi se fanno sesso con altri uomini, ma si identificano come eterosessuali. – conclude – Questo non è esattamente vero. Questi uomini sono segreti sul loro comportamento sessuale, ma non sulla loro identità. Per queste persone, gli incontri sessuali sono irrilevanti per la loro identità».
Leggi anche:
-
Gli audio omofobi choc del primario e candidato sindaco per il centrodestra: «Tutti nel forno crematorio»
-
Onda Pride: oltre il milione a Roma, resistenza queer anche a Torino, Catania e Bergamo
-
La classifica dei Paesi UE più inclusivi per i professionisti LGBTQ+: tanta strada da fare per l’Italia
-
Inclusività nell’infinito: la NASA lancia una nuova bandiera arcobaleno cosmica
-
Guida pratica all’arte del bottoming