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Milano, suprematisti si organizzavano per ripulire la società da «ne**i e fr**i»

Ad aggiungere preoccupazione per l’exploit degli episodi di omofobia a Milano, c’è la notizia di quattro ventenni che avrebbero organizzato un progetto di stampo neonazista, con l’obiettivo di colpire, oltre ai “comunisti” le minoranze indesiderate: omosessuali, neri, musulmani ed ebrei. A fermare sul nascere l’organizzazione “Avanguardia Rivoluzionaria” sono stati i poliziotti della divisione Antiterrorismo della Digos di Milano, che però avvertono: «Non è l’unica organizzazione sovversiva che stiamo monitorando: vanno fermate perché sono estremamente pericolose».

I quattro giovani, che vengono da famiglie agiate, utilizzavano nomi in codice ispirati ad alcuni suprematisti della storia e avevano un vero e proprio statuto. Sono ora indagati e sottoposti all’obbligo di dimora, a Milano e Trieste. Ambivano al ritorno di un dittatore come il Adolf Hitler o Benito Mussolini (di cui avevano i santini), e si sarebbero posti l’obiettivo di cavalcare il difficile momento economico dovuto alla pandemia di Covid-19 per “ripulire” la società. Come riporta La Stampa, i quattro ragazzi avrebbero avuto intenzioni pericolose: «la nostra idea, la nostra visione del mondo è soltanto attraverso il caos, la distruzione finale, il crollo».

Tra di loro c’è chi avrebbe “ereditato” il proprio estremismo dai genitori, poiché, come spiega la Polizia, «è cresciuto in un ambiente in cui il disprezzo per le minoranze etniche e la discriminazione è ritenuto sentimento del tutto normale». Non a caso, tra le intercettazioni c’è un’agghiacciante botta e risposta tra padre e figlio. «La p38 è quella che mi interessa di più: un’arma meravigliosa», afferma il giovane, riferendosi alla pistola prodotta nella Germania nazista. «Infatti quando piglierai il porto d’armi ti verrà data per usarla contro i comunisti, i ne**i, i fr**i», risponde l’altro scherzando.

L’organizzazione sarebbe stata fondata nell’aprile del 2020 e, lo scorso giugno, aveva in programma una spedizione punitiva – sventata dai militari con un espediente – nei confronti di un trentenne, “colpevole” di essere marocchino, musulmano e di sinistra. I quattro indagati dovranno ora rispondere all’accusa di associazione per delinquere e propaganda e istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa.