#HiddenFlag: la storia di sei ragazzi che hanno sfidato Putin

Tutto nasce da una coincidenza. Mentre il mondo celebra il pride month, il mese dell’orgoglio LGBTI, in Russia le bandiere di 32 nazioni diverse sventolano in occasione dei mondiali di calcio. A non sventolare è però la bandiera rainbow, bandita dalle leggi “anti-propaganda” russe.

Agli attivisti spagnoli dell’associazione FELGBT viene così la geniale idea di creare una bandiera “nascosta” per omaggiare il simbolo dell’orgoglio omo-bi-transessuale disegnato 40 anni fa dall’artista statunitense Gilbert Baker. Per raggirare il divieto, sei ragazzi di altrettanti Paesi partono per Mosca con le maglie delle loro nazionali di calcio, passeggiano indisturbati davanti ai più famosi monumenti della capitale e scattano delle foto che in poche ore fanno il giro del mondo insieme all’hashtag #hiddenflag.

La maglia rossa è indossata da Marta, spagnola con origini russe, che decide di mettere da parte la paura e accettare la sfida, unendo le sue più grandi passioni: l’attivismo e viaggiare. Eric, con la maglia arancio della nazionale olandese, è un eterosessuale che incita al supporto della comunità LGBTI anche chi non ne fa parte. A vestire di giallo è Eloi, un ragazzo gay da un piccolo centro del Brasile, che prima di partire ha rassicurato il suo fidanzato e la sorella lesbica. La maglia verde è indossata dal messicano Guillermo, felicemente sposato con il suo compagno nel proprio Paese. Vanesa indossa l’azzurro della nazionale argentina, entusiasta dell’idea di sfidare una nazione che è diventata il simbolo dell’omofobia. Infine, Mateo indossa la maglia viola in rappresentanza della Colombia, non nascondendo di essere un po’ spaventato per i rischi di questa impresa.

Il risultato ha probabilmente superato ogni aspettativa in termini di visibilità, le immagini che riportiamo in fondo all’articolo hanno girato il mondo. Quale miglior modo per sbeffeggiare le ridicole e retrograde politiche di Putin?

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#HiddenFlag: le foto

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