La proposta letteraria di luglio: “Non dite che non abbiamo niente” di M. Thien

Non dite che non abbiamo niente, Madeleine Thien. 66thand2nd 2017.

Le istanze del singolo possono aver voce nelle vicende della Storia? Nel libro di Madeleine Thien la risposta è negativa. La libertà individuale, i desideri, le aspirazioni e l’affettività vengono schiacciate ciclicamente dagli avvenimenti che si abbattono sui protagonisti.

La storia si apre nel 1989 a Vancouver quando la giovane Jiang Li-ling racconta che il padre Jiang Kai, che in Cina prima della sua fuga in Canada era stato un famoso pianista concertista, si è suicidato ad Hong Kong. Tra gli oggetti lasciati dal padre vi è il Libro dei ricordi, imponente epopea che narra le avventure di personaggi vissuti durante l’ascesa del Partito comunista e la rivoluzione di Mao Zedong.

Dietro questa storia si celano però le vite di personaggi realmente vissuti che diverranno tangibili dopo l’arrivo, nel dicembre del 1990, di Ai-ming, ragazza cinese che fugge a seguito degli scontri di Piazza Tian’anmen.

Attraverso un gioco di rimandi seguiamo le vicende che hanno trasformato la Cina dalla metà degli anni 50 del ‘900 sino al 2016, anno in cui si conclude il cammino di Jiang Li-ling alla ricerca della verità: una storia d’amore mai vissuta, mai realmente sbocciata tra suo padre ed il padre di Ai-ming, Passero, un compositore vittima delle purghe avviate contro i presunti controrivoluzionari.

Il viaggio finale di Jiang Li-ling a Shanghai consente di ascoltare per la prima volta l’unica opera salvata composta da Passero, una Sonata per violino e pianoforte che il musicista aveva dedicato a Kai, il padre della ragazza. Nell’ascolto si evince come, anche quando suonano le stesse note, piano e violino sono irrimediabilmente separati, disegnati da vite diverse e da tempi diversi. Eppure nella loro separazione, e nel silenzio, si contengono uno nell’altro.

Oates

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