«Eterosessuale? Sì/No»: la domanda per un posto di lavoro

Mentre c’è chi porta avanti la causa dell’abolizione del binarismo di genere sui documenti e sui moduli ufficiali, c’è chi per una posizione lavorativa chiede nero su bianco: “Eterosessuale? Sì/No”.

È successo ad un ragazzo ventenne di Bari, che dopo aver risposto ad un annuncio online per un lavoro a Rimini da animatore la prossima estate, ha ricevuto un questionario con una serie di domande propedeutiche al colloquio, tra queste quella riguardante l’orientamento sessuale.

A denunciare il fatto è Mixed lgbti, alla quale il ragazzo si è rivolto dopo l’accaduto, con un post su Facebook. L’associazione evidenzia come la domanda sull’orientamento sessuale non solo violi la privacy e sia «Sconcertante di suo, visto che non esiste alcun lavoro al mondo in cui questo possa o debba essere rilevante». «Ma ciò che rende la domanda ancora più grave – aggiunge Mixed lgbti – è il modo in cui è posta. Non solo si chiede di proferire circa la propria sfera sessuale e affettiva, ma si chiede anche una definizione per contrasto della norma».

Screenshot del questionario pubblicato da Mixed lgbti

Infatti, la modalità in cui la domanda, di per sé insensata, è stata posta non contemplava semplicemente definire le proprie preferenze sessuali, ma indicare se si fosse eterosessuali o meno, a sottendere che ogni altro orientamento sessuale potesse costituire un problema.

«Omofobia è anche questo – spiega Leoluca Armigero, socio attivista e fondatore di Mixed – qualcosa di sottile, di quotidiano e sibillino, molto più frequente di quanto si pensi ma che spesso non viene denunciato per mancanza di coraggio o di mezzi». «Noi abbiamo il dovere di denuncia sociale e torniamo a chiedere con forza che si porti a termine il percorso verso l’approvazione della legge regionale pugliese contro l’omotransfobia e che si arrivi ad una legge nazionale a tutela della comunità LGBTI».

Daniele Sorbo Filosa

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