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«Atlete intersex devono ridurre il testosterone», ma la Semenya dice no

Il Tas (Tribunale arbitrale sportivo) si è espresso a favore del nuovo regolamento della Federazione internazionale d’atletica (Iaaf) che prevede la riduzione dei livelli di testosterone nelle donne che ne producono una quantità maggiore rispetto alla media di genere (iperandrogene). Il nuovo regolamento è stato stilato con lo scopo di assicurare equità nelle competizioni femminili.

A scontrarsi con questa decisione è stata però l’atleta sudafricana ventottenne Caster Semenya, che avendo perso in appello, in base alla decisione presa dal Tas, dovrà ora sottoporsi ad una terapia ormonale che riduca i suoi livelli di testosterone, pena l’impossibilità di gareggiare con altre donne.

‘’Per un decennio la Iaaf ha cercato di rallentarmi, ma questo mi ha resa più forte. La decisione del Tas non mi fermerà’’ questa la dichiarazione rilasciata, attraverso il suo team di legali, a seguito della decisione.

I portavoce dello Iaaf si sono detti entusiasti della decisione del tribunale sportivo e invitano le atlete ad iniziare subito le cure e gli esami per poter partecipare ai prossimi Mondiali.

Ad intervenire è stata anche Billie Jean King, alla guida della Women Sport Foundation, pioniera nel campo della parità di genere nello sport e attivista contro le discriminazioni (tanto da aver visto la sua storia trasposta sul grande schermo nel film del 2017 ‘La battaglia dei sessi’ con Emma Stone), dichiarandosi a sostegno delle atlete coinvolte.

La questione è quanto mai complessa e di difficile risoluzione. Ad essere discriminate sono la Semenya e le altre sportive che saranno obbligate a sottoporsi ad una cura che modifichi la loro condizione oppure è giusto che per gareggiare senza partire con un vantaggio sulle altre donne riducano i loro livelli di testosterone?

 

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