In Kenya dei rifugiati LGBT sono stati costretti a fare ritorno in un campo, da cui precedentemente erano stati tratti in salvo, in cui hanno subito numerosi atti di violenza a sfondo omofobo.
Nel Paese dell’Africa Orientale, l’omosessualità è un reato e gli atti sessuali “contro l’ordine della natura” sono punibili con una pena fino a quattordici anni di reclusione. Nel dicembre del 2018, il gruppo di rifugiati, comprendente anche 20 bambini, è stato condotto in delle case sicure a Nairobi dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
Nei giorni scorsi, però, il governo del Kenya ha stabilito che le 76 persone avrebbero dovuto lasciare le case per essere ricondotte nel campo a Kakuma. La BBC ha raggiunto uno dei rifugiati, che ha raccontato la sua esperienza nel campo; parlando delle torture subite e del suo viaggio in Aprile fino a Nairobi, dove avrebbe trovato la protezione di cui ora viene privato.
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23 anni, nasce in una cittadina al centro tra Roma e Napoli. Cresciuto a suon di trash e teen drama, cerca ora di darsi un’aria da intellettuale. Laureato in filosofia, futuro disoccupato.
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