È successo a Padova quattro anni fa; un ragazzo bulgaro, all’epoca dei fatti appena ventenne, trasferitosi a Padova per studiare è stato rapito dai propri genitori perché omosessuale. Dopo il sequestro è stato condotto in una località in Bulgaria per essere “rieducato”.
Il ragazzo in questione, dopo essersi trasferito nella città veneta, aveva iniziato una relazione amorosa con il suo coinquilino. Ciò doveva rappresentare un’onta troppo grave per la sua famiglia, che il 16 Maggio 2015 ha deciso di presentarsi nella sua abitazione e, con l’aiuto di un amico, sequestrarlo, dopo una violenta colluttazione per allontanarlo da suo amato, anch’egli coinvolto nel violento blitz è stato colpito e minacciato di morte.
Il pubblico ministero padovano Sergio Dini ha da poco chiuso l’inchiesta e ha formalmente accusato i tre di sequestro di persona aggravato, violenza privata e lesioni personali, sempre aggravate e continuate. Tutti i coinvolti, ovvero i genitori quarantaquattrenni e il loro amico quarantunenne di origine serba, attualmente rischiano il processo.
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