Nel Regno Unito solo il 36% dei giovani è esclusivamente eterosessuale

Per la prima volta nella storia moderna britannica, c’è una generazione di giovani che sono più consapevoli e aperti ad esplorare lo spettro della sessualità

In una nuova ricerca commissionata da Gay Times in collaborazione con Karmarama e condotta da YouGov, a più di 2.000 adulti nel Regno Unito è stato chiesto come si identificano sessualmente.

Nella fascia d’età tra i 18 ei 24 anni, solo il 36% degli intervistati ha dichiarato di considerarsi “esclusivamente eterosessuale”. È una chiara indicazione che i giovani di oggi hanno una prospettiva molto più fluida quando si tratta di trovare l’amore. Come parte dello stesso risultato, il 14% degli intervistati si è rifiutato di rispondere, non ha voluto rivelare il proprio orientamento sessuale o ha affermato di non avere una sessualità.

All’aumentare dell’età aumenta anche la percentuale delle persone “esclusivamente eterosessuali”, che è il 50% nella fascia 25-34 anni,  il 67% tra i 45-54 anni e il 78% tra gli over 55.

La nuova ricerca ha anche rilevato che uno su dieci tra i 18 e 24 anni si identifica come trans, un dato in aumento del 400% rispetto alla generazione precedente. Questi spostamenti generazionali attorno all’orientamento sessuale e all’identità di genere fanno sì che le grandi aziende abbiano una responsabilità sociale di essere veramente rappresentative nelle loro campagne di marketing.

Tutti noi possiamo riconoscere che la rappresentanza LGBTQ nella società sta lentamente migliorando, specialmente con l’aiuto di grandi marchi desiderosi di connettersi con il pubblico queer. Tuttavia, c’è anche da dire che questo processo non è sempre raggiunto nel modo più autentico e talvolta può portare a stereotipi negativi che si perpetuano.

In questo stesso sondaggio è stato anche rilevato che il 64% degli intervistati pensa che sia positivo per la comunità LGBTQ essere visibile negli annunci pubblicitari. Gli intervistati pensano anche che la pubblicità abbia un ruolo e una responsabilità importanti nel contestare le convenzioni di ciò che è stato tradizionalmente considerato “normale”.

«Questi risultati di ricerca possono sembrare sorprendenti per alcuni, ma sono assolutamente in linea e supportano la continua connessione che abbiamo con il nostro pubblico queer qui nel Regno Unito e all’estero – ha detto Tag Warner, CEO di Gay Times – Il mondo binario a cui molti di noi si sono abituati (“gay” e “etero”) non è più rilevante per la maggior parte dei giovani. Questa potente ricerca dovrebbe essere il catalizzatore del pensiero rivoluzionario per i leader della pubblicità e del marketing quando si tratta di LGBTQ. In tandem con Karmarama e YouGov, ci teniamo a capire che i media relativi alla LGBTQ sono entrambi vitali, ma spesso forniscono in modo errato».

Ben Bilboul, CEO di Karmarama ha aggiunto: «Un gran numero di aziende ora schiaffeggia una bandiera arcobaleno sul proprio logo una volta all’anno, mentre è incoraggiante vedere che i brand fanno uno sforzo per raggiungere e rappresentare la comunità LGBTQ attorno a Pride, questo deve essere un impegno per tutto l’anno e deve essere fatto in un modo che sembri autentico».

Sarebbe davvero interessante e curioso conoscere le statistiche nel Bel Paese. Lanciamo un sondaggio?!

 

Immagine copertina: MartinaGorini.it

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