Il trash di Mediaset addormenta le menti e rende gli italiani populisti, lo dice uno studio

In uno studio condotto dai ricercatori Durante, Pinotti e Tesei, pubblicato dall’American Economic Review, si analizza l’eredità lasciata dalla programmazione Mediaset – scarseggiante di programmi educativi, di approfondimento culturale e di informazione politica – ai fruitori della rete.

Lo studio sostiene che l’eccessiva esposizione a programmi di natura non educativa, in particolar modo quelli della rete di Berlusconi, avrebbe reso gli italiani populisti e sarebbe una delle cause della deriva che ha assunto la politica negli ultimi vent’anni. 

Attraverso dei test, con quesiti di tipo cognitivo e psicologico, è stato riscontrato che i giovani che guardano con più frequenza i canali Mediaset, oltre ad avere un punteggio più basso, hanno dimostrato uno scarso interesse riguardo i temi politici e un ancora più scarso senso civico. A riprova di ciò gli scarsi ascolti dei programmi di approfondimento voluti da Mediaset per svecchiare Rete 4, durante lo scorso anno, che hanno comportato, tra le altre cose, la sospensione del programma W l’Italia di Gerardo Greco. 

Sempre secondo lo studio, questo trend tutto in discesa potrebbe essere stato portato avanti sin dalle prime messe in onda dei programmi del Biscione, che negli anni ’90 ha raggiunto il massimo livello di telespettatori. Tanto che quelli che erano i giovani fruitori di allora, ora sono elettori che vogliono essere rappresentati da partiti ultrapopulisti (Forza Italia prima, Lega e Movimento Cinque Stelle ora), disinteressandosi della giusta informazione e dando ascolto a slogan triti e ritriti che mirano a cancellare la coscienza comune. Lo devono sapere molto bene gli addetti alla comunicazione dello staff di Salvini, dato che sulle pagine social del vicepremier troviamo spesso commenti a programmi trash come il Grande Fratello.

Un utilizzo più consapevole del mezzo televisivo e una programmazione mirata più all’insegnamento del senso civico e alla cultura che all’utilizzo massiccio di personaggi stereotipati e programmi d’intrattenimento ridondanti, potrebbe invertire questa discesa in picchiata.

Più Alberto Angela e meno Alfonso Signorini, insomma, e le nostre menti ce ne saranno grate.

 

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