Daphne Bohémien è una di quelle drag queen dall’aspetto dark e poco rassicurante, tant’è che nella bio di Instagram si autodefinisce “skinny b!tch” e “shady b!tch”, oltre che “kink boy”. Non è la solita beauty queen, ma dietro all’istrionicità di un personaggio di grande impatto c’è un ragazzo vegetariano che ama i gatti, ha una passione per i ragazzi dai capelli rossi e si impegna nella battaglia contro l’HIV e l’AIDS.
In una sua storia di Instagram leggiamo: «Fare drag è stato terapeutico per una come me. Posso dire che mi ha salvato la vita». Decidiamo così di intervistare il personaggio per conoscere meglio il suo mondo, ma soprattutto per conoscere la persona che ha scelto questa insolita maschera per “salvarsi”.
L’intervista a Daphne Bohémien
Partiamo dalla tua frase sulle Instagram Stories. Come fare drag ti ha cambiato la vita?
Da sempre sono stato bullizzato: dalle elementari fino alle superiori, crescendo ho cominciato a difendermi, ma non bastava. Daphne è stato il mezzo con cui mi sono appropriato della mia sicurezza. Ho cercato di creare un personaggio che facesse paura in modo da ottenere quel rispetto che mi era sempre stato negato, per me era quasi una rivincita. Poi sono cresciuto ed insieme a me anche il mio personaggio: ora non ho più bisogno di fare paura per affermarmi.
Sei una drag atipica, come sei stata accolta dal panorama drag della tua città?
Milano a livello estetico da spazio a tutti,il problema è che molte volte ci si ferma solo sull’estetica anche se priva di contenuti. Io cerco sempre di migliorare non solo il mio look, ma anche il mio concetto di performance.
Dopo la nascita del tuo alter ego, come è cambiato il tuo rapporto con gli altri?
È cambiato e continua a cambiare ed è una cosa meravigliosa, con gli anni sto scoprendo cose di me che prima ignoravo ed è proprio la gente che mi segue e mi sostiene che mi aiuta nella continua riscoperta di me stesso. Con il tempo ho imparato anche ad aprirmi di più ed a mostrare non solo la parte da str***a che mi contraddistingue.
Hai avuto difficoltà a relazionarti a causa della tua drag persona? O è stato un vantaggio?
In una società dove il machismo è ancora ben radicato e in cui esiste ancora la sessualità divisa in compartimenti stagni non è sempre stato facile relazionarmi. Purtroppo l’adone ipertrofico ha la meglio sul pensiero collettivo, quindi io che peso 50 kg e faccio la drag non rientro nei canoni. Ma fortunatamente non sono tutti così e c’è qualcuno che riesce ad andare oltre…
Il tuo ragazzo ti supporta nelle tue performance? O è distante da questo mondo?
Distante?! È fin troppo vicino! Scherzo chiaramente, ma il mio ragazzo fa la drag anche lui.
Cosa ne pensi delle bio queen e dei drag king?
Io sono assolutamente a favore, fare drag deve essere inclusivo,deve essere una forma d’arte di tutti e per tutti.
In che modo le drag possono aiutare la comunità arcobaleno?
Chiunque faccia parte della comunità può aiutarla, noi siamo degli evidenziatori tutto sommato, fammi dire qualcosa ed io lo dirò a gran voce, ma soprattutto con un look pazzesco e tanto illuminante, riesci a pensare a qualcosa di meglio?!
Quando vai a fare shopping compri più per il tuo personaggio drag o per il tuo “io maschile”?
Sto investendo molto nel mio sogno, quindi praticamente tutte le mie attenzioni (si scrive “attenzioni” ma si legge “soldi”) vanno a finire nell’armadio drag.
Come immagini il tuo futuro? Continuerai a performare o ti fermerei?
Ad oggi non credo che riuscirei mai a rinunciare alla cosa che amo di più, sarebbe folle per me anche solo pensarlo.
Ti è piaciuto questo articolo? Proponici come miglior sito LGBT ai Macchianera Internet Awards 2019
Leggi anche: Drag queen aggredita a Torino fa scappare gli assalitori: «Se fossi stata zitta, domani lo avrebbero fatto a qualcun altro»
4 thoughts on “Daphne Bohémien: «Vittima di bullismo, l’arte drag mi ha salvato la vita»”