Le poliziotte argentine si rifiutano di reprimere i cortei femministi

In Argentina le poliziotte hanno espresso, in un comunicato ufficiale, la loro volontà di non essere più inviate a reprimere le manifestazioni e i cortei femministi. «Se saremo presenti sarà per alzare il cartellone Non Una di Meno, accompagnando, mai reprimendo» è quanto si legge nella nota.

La lettera delle donne che compongono le forze di sicurezza argentine, guidate dall’ufficiale principale di Santa Cruz Gabriela Macìas, arriva in concomitanza con l’organizzazione di una rete nazionale volta a «fermare abusi e violazioni contro di noi all’interno delle istituzioni».

Il documento verrà consegnato al Ministero della Sicurezza della Nazione insieme alla richiesta di non essere inviate più ai cortei femministi, perché «non è un reato manifestare per la sicurezza e lo sradicamento della violenza contro noi donne. Riteniamo che non debba essere inviata ne la polizia maschile ne quella femminile, perché chiedere la cessazione della violenza non è un reato e la nostra presenza non è necessaria», queste le motivazioni alla base della richiesta.

«Non tutte siamo poliziotte per vocazione, alcune lo sono per caso, altre per povertà, altre perchè siamo entrate come psicologhe professioniste e sociologhe, e tutte insieme stiamo dando vita a questa rete continua. Siamo lavoratrici. Il nostro compito non è quello di reprimere, ma di formarci e promuovere, in quanto donne, una maggiore prospettiva di genere nelle forze di sicurezza», è quanto si può leggere nelle battute conclusive del comunicato.

 

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