FVG, il Consiglio Regionale calpesta la medicina a favore della transfobia

Nel mirino del centrodestra la triptorelina, il farmaco blocca-pubertà usato dagli adolescenti transgender

Il Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia ha approvato la mozione 74 che impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo, affinché venga interdetta su tutto il territorio nazionale la dispensazione di triptorelina, farmaco usato – tra le altre cose – per sospendere la pubertà nei pazienti trans.

La mozione è stata presentata dal leghista Mauro Bordin e la votazione ha visto favorevole tutta la maggioranza di centrodestra, ad eccezione del medico Simona Liguri. Contrarie le opposizioni. Presentata con il trito e ritrito slogan «nessun esperimento sulla pelle dei nostri bambini», la mozione è chiaramente discriminatoria oltre ad essere  decisamente antiscientifica, dunque potenzialmente pericolosa per la tutela della salute dei cittadini. Essa non presenta infatti nessuna evidenza scientifica a supporto della richiesta, ma è permeata dal bigottismo ideologico tipico del partito da cui è stata presentata, cosa inaccettabile quando si richiede una modifica della dispensazione di un farmaco così importante.

La triptorelina, infatti, è utilizzata soprattutto per il trattamento di tumori ormone-sensibili, come il cancro alla prostata o il tumore al seno, e nella procreazione assistita. Il suo utilizzo per la sospensione della pubertà, utile a far capire ai giovani trans quale sia effettivamente la loro identità, è stato poi approvato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), il 25 febbraio, in seguito alla richiesta di professionisti esperti nell’argomento (i presidenti delle Società Italiane di Endocrinologia, Andrologia e Medicina Sessuale, Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica e quello dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere), di poter aderire alle linee guida internazionali di questa pratica clinica diffusa nella maggior parte delle nazioni occidentali.

Persino il Comitato Nazionale di Bioetica, ricco di esponenti cattolici, ha dato il suo parere positivo per l’utilizzo del farmaco «qualora trattamenti psichiatrici e psicoterapeutici siano risultati inefficaci».

Accanto alla condanna del mondo scientifico insorto in questi giorni, anche le associazioni LGBTIQ+ si sono schierate contro la mozione 74, sottolineando il rischio non solo di un vuoto legislativo ai danni delle persone trans, ma anche di una mancanza di supporto da parte dello Stato ad esse e alle loro famiglie.

Come dichiarato da Alessandra D. Fischer, afferente alla SOD di Medicina della Sessualità e Andrologia, «ci sono evidenze scientifiche che la sospensione della pubertà indotta dalla triptorelina sia in grado di ridurre i problemi comportamentali ed emotivi e il rischio suicidario in adolescenti con Disforia di Genere attentamente seguiti».

Chi è quindi che gioca sulla pelle dei bambini? Chi sostiene un protocollo scientificamente approvato in grado di aiutare i giovani trans a trovare la propria identità o chi nascondendosi dietro degli slogan si propone di mettere al bando un farmaco così importante?

 

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